Palermo e l’operazione “salvacasta”

Creato il 05 marzo 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

“Ferrandelli è un moderato che ha stupito chi da lontano ha fatto scelte calate dall’alto. Chi a livello nazionale non ha più un rapporto fecondo con il territorio”. Giuseppe Lumia, senatore del Pd e politico di primo piano in Sicilia, commenta la vittoria del suo candidato alle primarie del Centrosinistra a Palermo e per attaccare Bersani, Vendola e Di Pietro: “Quella di Palermo è stata una grossa scoppola per loro e per la foto di Vasto. E’ uno schiaffo a chi pensa di governare il Mezzogiorno con una idea estrema della politica. Una alleanza che non deve avere pregiudizi e deve coinvolgere le forze sane sia del Centrosinistra che del mondo moderato”


Commento di Ciuenlai

La Borsellino ha perso. Sarebbe sbagliato nascondersi dietro i brogli, gli inquinamenti, i raggiri ecc. Palermo è una città dove destra e mafia hanno costantemente dettato legge. Il vecchio Pci, soprattutto alle comunali, ha avuto sempre un ruolo di rappresentanza, scendendo immancabilmente, ogni volta, sotto il 10%. Per me sarebbe stata quindi una grande sorpresa se una candidata fortemente caratterizzata a sinistra avesse avuto una incoronazione plebiscitaria o consistentemente maggioritaria. Ma non è questo il punto, perché le primarie di Palermo travalicano il fatto locale. Sono state il punto culminante di una offensiva delle forze moderate dentro il Pd e dentro il centrosinistra, tesa a scardinare lo schema di Vasto, ad emarginare la sinistra, per cementare l’ultimo anello di una gigantesca operazione conservatrice. Non è un caso che nello stesso momento viene annunciato un accordo sulle riforme costituzionali e soprattutto su una legge elettorale liberticida che dà cittadinanza solo ai partiti che superano l’11% e diritto di tribuna solo a chi supera il 5%. Una legge dove i parlamentari sono ancora nominati dai partiti sia nella parte dei collegi che in quella delle liste, che, udite udite, restano bloccate, come in passato. Il porcellum non viene quindi superato, ma adattato e in peggio. Sembrava impossibile, ma Violante e soci sono sulla buona strada. Lo scopo è semplice. Decidere le alleanze dopo le elezioni, potenziare il cosiddetto voto utile, salvare quella che chiamiamo casta e visto che nessuno dei principali concorrenti (destra, terzo polo e Pd) otterrà i voti necessari a governare da solo, sancire la “dittatura” del potere finanziario attraverso la prosecuzione della grande coalizione sotto il cappello e l’egida di Monti o della Passera di turno. Non è un caso che proprio questa mattina il vicesegretario del Pd Enrico Letta suoni le campane a morto per l’art.18. E non è un caso che sia il Pd a fare proposte di legge che somigliano tanto a salvacondotti per i processi di Berlusconi. Tutti elementi che evidenziano il mutamento degli equilibri nel Partito Democratico a favore dei centristi cattolici e dei moderati, che hanno deciso di imboccare decisamente la strada del consociativismo, cominciando con il confermare ed allargare il sodalizio con Lombardo. L’attuale classe dirigente ha capito che solo facendo fronte comune può salvarsi. Così si diletta nella cosa che gli viene più naturale; ridisegnare le regole a suo uso e consumo. Una domanda urgente : Di fronte a questo la sinistra e le forze alternative a questo schifo, che faranno? Perché questa, se non l’avete capito, è l’ultima chiamata!

nota di redazione: Palermo da sempre è il laboratorio politico dove si fanno le prove generali per Roma, niente di nuovo sotto il sole di Sicilia e sotto il cielo italiano.



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