di Marta Riccobono
Qualche giorno fa pensavo che l’anno scorso, più o meno in questo periodo, parlavano tutti della candidatura di Palermo a Capitale della Cultura per l’anno di grazia 2019. La cosa è durata poco, peccato; noi ci abbiamo provato a diventare Capitale, ma intanto ci hanno fatti rimanere Capoluogo di Provincia. Le potenzialità però le avevamo tutte, a cominciare dall’odore di frittura che la mattina inguanta le strade ed è più forte pure dei gas di scarico del 101. Anche la ines con la ricotta, dopotutto, è cultura.
Parlando di cose serie, trovatemi voi uno scorcio più bello di quello che si vede dalla punta di via Ruggero Settimo, quando ti si spalanca davanti piazza Verdi e lì nel mezzo c’è il Teatro Massimo, che era meraviglioso pure quando c’erano attaccati gli striscioni degli orchestrali incazzati.
Poi dico, ma l’avete presente che cos’è piazza San Domenico? Bella, mi piace piazza San Domenico. L’anno scorso a giugno ci hanno fatto la fiera del libro, e si apriva il cuore ogni mattina a vederla tutta piena di sole e di gente acculturata. La fiera l’avevano organizzata accanto alla chiesa, alla Società Siciliana di Storia Patria, che ora però ha chiuso perché dice che alla Regione mancano i fondi per mantenerla aperta. Ho sentito che ha chiuso pure il bar Mazzara, dove dice che Tomasi di Lampedusa ci ha scritto mezzo Gattopardo. E Flaccovio, che pena che mi sono presa per Flaccovio. “Una delle librerie storiche di Palermo”, e ora ci hanno messo Calzedonia. Alla fine a tempo di crisi la gente spende i soldi per cose utili, non ne compra libri.
La colpa è di quelli che comandano e si mangiano i soldi, mica è nostra. Noi le potenzialità ce le abbiamo. Certo c’è il problema del traffico, che ce lo portiamo dietro dai tempi di Johnny Stecchino. Ma tanto ora fanno il tram e la metropolitana e si risolvono tutte cose. Non l’avete visto che ci sono cantieri ad ogni angolo e sono messi che scavano che neanche a Pompei?
Se ci davano fiducia, di qua al 2019 erano pronte tutte cose, e pure se non erano pronte noi inauguravamo lo stesso e facevamo finta che eravamo stati bravi. Così pure se l’indomani mettevano i sigilli perché dice che mancava l’agibilità e i turisti se la dovevano fare a piedi, noi avevamo il cuore in pace perché già la festa e la mangiata ce le eravamo fatte e la colpa comunque era della Provincia, mica nostra.
È vero che si deve trovare una soluzione pure al problema dei posteggi, ché in certi giorni a certe ore in certe zone uno deve fare sei giri prima di trovare un pirtuso libero. Anche se poi alla fine ci sappiamo arrangiare, perché noi palermitani siamo maestri nell’arte della posteggiata in tripla fila. Abbiamo i migliori posteggiatori abusivi dell’Isola, e quelli delle altre città vengono qua a specializzarsi. L’altro giorno ne ho sentito parlare uno con l’accento catanese, dice che sta facendo lo stage in via Spinuzza. Poi certo ci sono pure i palermitani che posteggiano a minchia, ma pure là si deve vedere di chi è la colpa: metti che una si deve andare a prendere un maglioncino veloce da H&M, mica può perdere la mattinata a cercare posteggio, o aspettare il 2019 che forse apre la metropolitana. Una arriva davanti al negozio inzicca le quattro frecce scende afferra il maglioncino ci abbina una gonna da €9.95 paga e risale in macchina. C’è voluto più tempo a dirlo che a farlo. La verità è che questi negozi li posizionano male.
Noi le potenzialità culturali ce le avevamo, è che n’arrubbaru a partita.
I maligni con la puzza sotto il naso ora si attaccano pure al fatto che ci sono zone della città che dice che sono fatiscenti, perché crollano le palazzine e c’è la grascia nelle strade, tipo com’è alla Vucciria. Non ne hanno torto, un poco di grascia c’è in quelle zone. Però voi ve le immaginate le balate della Vucciria pulite? Sarebbe contro natura: le balate della Vucciria devono rimanere sempre bagnate, belle lippuse, sennò si accapa il proverbio. Pure la palazzina mezza diroccata a piazza Garraffello faceva il suo effetto; peccato che è crollata. Certo quelli del Comune hanno fatto la minchiata del muro, che a un certo punto la gente non sapeva più se apparteneva a Vucciria Est o a Vucciria Ovest, ma intanto nel dubbio vendeva stigghiola di contrabbando perché a tempo di guerra uno si deve sapere organizzare. I turisti però davano soddisfazione, venivano a scattare le foto al muro e probabilmente si scricchiavano dalle risate. Perché noi palermitani siamo simpatici, le cose giuste, riusciamo sempre a fare ridere le persone. Anche quelli della commissione che doveva decidere se potevamo fare la Capitale della Cultura, secondo me sono ancora là che ridono e forse la finiscono nel 2019, quando inaugura la metropolitana.