–Feste e taboo–
"In finale andremo noi", il presidente Zamparini è sicuro.
Il presidente Zamparini ne è certo: “Giocheremo noi la finale di Coppa Italia”; Delio Rossi, nelle interviste post Palermo-Bari, conferma che “La squadra è pronta per la Coppa Italia”, e aggiungiamo che non lo è certo solo dalla sera dell’altro ieri.
Settimana scorsa, appena iniziata la vendita dei tagliandi, la gente di Palermo li ha polverizzati; grande entusiasmo, gran voglia di far festa: è dal 1979 che la squadra rosa-nero non disputa una gara così importante (finale di Coppa Italia persa contro la Juventus).
Chissà se Delio Rossi avrà visto la partita del Milan di sabato sera all’Olimpico… Dal primo tempo potrebbe averne ricavato un eccessivo ottimismo, forse; dal secondo, la constatazione che potrebbe non essere una passeggiata come il suo presidente pare credere.
Il Palermo dalla sua avrà più di un fattore: quello del pubblico; quello di avere più di un risultato a disposizione pure in caso di pari; la possibilità di poter impostare la partita al meglio delle caratteristiche dei suoi giocatori più tecnici e capaci di fare la differenza. La transizione è l’arma in più del Palermo.
Se non ha stupito il Palermo versione Cosmi nella gara persa in campionato, è probabile pensare che il Palermo faticherà a reggere -anche emotivamente e per la spinta del suo pubblico-, un eccessivo freno alla sua fase offensiva e saprà attaccere con un numero maggiore di effettivi di quanti ne portò in avanti nell’ultima gara al Barbera.
Pastore ha assistito alla gara contro il Bari in tribuna, e il differente rendimento dell’argentino con e senza Delio Rossi a guidarlo dalla panchina è di un’evidenza notevole: perno inventivo del tridente offensivo, il 27 sarà l’uomo che godrà di più nel proporre il suo calcio nel caso il Milan dovesse ripercorrere porzioni di gara simili al primo tempo di Roma.
E’ ammesso credere che sui movimenti delle punte (chi incontro/chi dentro/chi largo), il Palermo abbia preparato “qualcosa” per metterci in difficoltà: il dinamismo e la tecnica non mancano davanti e, aldilà del singolo, conterà molto la concentrazione, e quindi la sincronia del reparto per non regalare spazio e triangolazione sulla nostra trequarti.
Il taboo della gara nel capoluogo Siciliano dura da molti anni per il Milan: l’ultima vittoria risale ai tempi di Shevchenko… detto tutto. Il presidente Berlusconi non ha mancato di creare stimoli ben più convincenti di quelli meramente sportivi nei confronti di una competizione sempre più dissanguata di significati calcistici e sportivi.
In tanti han “predicato bene” dalla vigilia d’andata, ma qualcuno deve aver “razzolato male”, se dopo un quarto d’ora convincente, si è lasciata sul tavolo la gara raddrizzata con un finale “all’assalto” che valse uno scomodo 2-2. Al Milan non resta che vincere la partita e non sarà facile, aldilà del valore di un avversario (più) motivato, (più) concentrato e di caratteristiche complesse da affrontare per noi anche in una situazione di norma emotiva e organica.
In campo i giocatori di Mister Rossi “fiuteranno” subito se la nostra festa si è protratta di un minuto di troppo: così è stato, com’era naturale; ancor più che a livello fisico, è sul grado di lucidità che si possono ragionevolmente avere dei dubbi sulla tenuta del Milan in questa gara.
La festa della squadra sul campo dell'Olimpico di Roma
Nel primo tempo dell’Olimpico, abbiamo già potuto osservare un concreto calo della concentrazione, dello star dentro al campo insieme, cercando un equilibrio di squadra: squadra lunga, scoliotica sul riposizionamento a palla persa, scarsamente propositiva coi centrocampisti, con le punte quando i centrali avevano palla, e poco propensa ad aiutarsi in generale.
Il Palermo è l’avversario ideale per punire distrazioni anche minime sulla ripartenza ed i giocatori, prima che passare il turno segnando un gol in più dell’avversario, dovranno dimostrare alla critica -più che ai tifosi scettici-, quanto non solo a parole l’accesso alla prossima Finale di Coppa Italia conti, non per la società, o per il Mister, ma per loro stessi. Non siamo marziani, lo sappiamo: la festa è appena iniziata…