Palermo, quando al pizzo ci si ribella il coraggio è tanto. Lei è una donna, 52 anni, ex titolare di una macelleria in piazza Tommaso Natale, a Palermo. Stamane al Tribunale, i giudici della quinta sezione del tribunale avevano convocato il processo ed è così che la donna ha formalmente riconosciuto ed indicato il suo presunto estorsore, Salvatore Randazzo, detto “razzatinta”, gia’ condannato per mafia. Nel 2009, la commerciante avrebbe subito una serie di attentati (cavi della corrente tagliati, colla nelle serrature, l’incendio di una saracinesca ed uno strano furto nel negozio).
Poi anche una visita: “Prima un uomo che non avevo mai visto mi chiese della carne per i carcerati -ha raccontato- e il giorno successivo lo stesso uomo, assieme a Randazzo, venne a parlare col mio compagno. ‘Zio – ha detto Randazzo al mio compagno – qua c’e’ il mio amico che deve campare’. Io mi sono alterata e anche se mi hanno risposto che ‘questi sono discorsi da uomini’, ho detto a Randazzo e all’amico di andarsene e di non venire piu’ a fare questi discorsi”. Dopo aver visto le facce di Randazzo e dell’amico sul giornale, perche’ finiti in una retata antimafia, la donna ha deciso spontaneamente di denunciare il tentativo di estorsione aggravata. Ha dovuto chiudere la sua attivita’ l’anno scorso: “Dopo la denuncia – ha spiegato fuori dall’aula – la gente del quartiere ci ha tolto il saluto, i clienti sono diminuiti e ci siamo ritrovati in un mare di debiti”.
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