13 GENNAIO 2013 - Il mese scorso piazza Katiba, Gaza City, accoglieva una moltitudine di palestinesi in festa, accorsi da tutta la Striscia di Gaza per festeggiare il 25° anniversario della nascita di Hamas. Canti di gioia e appassionati discorsi dei leader del movimento, fra cui Khaled Meshaal ritornato dopo 45 anni di esilio, si erano susseguiti per tutta la giornata. Tuttavia, il 4 gennaio scorso, i ritratti dei martiri morti per la causa di Hamas sono stati rimpiazzati dall'immagine del presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), mentre le bandiere verdi hanno lasciato il posto al giallo delle bandiere dell'antagonista Fatah. Si è celebrato così venerdì scorso, in piazza Saraya a Gaza, il 48° anniversario dalla fondazione di Al-Fath, avvenuta ad opera di Yasser Arafat nel 1959. In realtà, la data adottata per i festeggiamenti è la commemorazione dell'operazione Al-Asifa ("temporale" in arabo), la prima condotta da Fatah contro Israele nel gennaio 1965.
Quella di venerdì scorso è stata la prima manifestazione di Fatah a Gaza, da quando nel 2007 Hamas lo estromise a forza dal territorio della Striscia e lo confinò nella Cisgiordania. Per le celebrazioni molti esponenti di Fatah, fra cui Jibril al-Rajoub, Osama al-Qawasmeh, Abu Ali Shaheen e Fadwa Barghouthi, hanno fatto ritorno a Gaza per la prima volta da quando furono epurati, riporta l'agenzia di stampa palestinese Ma'an. L'assente eccellente è stato lo stesso presidente dell'ANP, Mahmoud Abbas, che però ha tenuto un discorso in collegamento dal suo quartiere generale a Ramallah. Abbas ha pronunciato parole di speranza per una futura riconciliazione fra le due fazioni politiche palestinesi. "Presto - ha dichiarato Abbas - otterremo l'unità e la fine dell'occupazione, issando la bandiera palestinese in cima alla moschea Al-Aqsa e a Gerusalemme" (fonte Ma'an). Il presidente dell'ANP ha poi aggiunto che "[...] i nostri occhi ora sono puntati su Gerusalemme e dobbiamo sfruttare quest'opportunità per combinare i nostri sforzi, i nostri cuori e la nostra determinazione per salvare Gerusalemme, la nostra capitale". Abbas Abu Mazen ha infine elogiato la forza e la risolutezza del popolo di Gaza, "il primo territorio palestinese da cui sono stati espulsi l'occupazione e i coloni", aggiungendo poi che "la vittoria è vicina e ci incontreremo a Gaza nel prossimo futuro".
Solo pochi mesi fa sarebbe stato impensabile assistere nell'enclave palestinese di Gaza a una manifestazione di Fatah, per di più autorizzata da Hamas. Tuttavia, questo avvenimento è solo l'ultimo segno, in ordine di tempo, di una possibile distensione fra le due fazioni palestinesi. Recentemente, in particolare dopo l'operazione Pillar of Defense condotta da Israele contro Gaza lo scorso novembre, Fatah e Hamas si sono lentamente riavvicinati. Entrambi i movimenti vengono da un periodo favorevole. Hamas è uscito rafforzato dalla guerra lampo con Israele, in quanto con i successivi negoziati per la tregua, mediati dall'Egitto di Morsi, il movimento islamista è stato sottratto dal suo isolamento e ha riconquistato una posizione di rilievo nel mondo arabo. Il riconoscimento a fine novembre della Palestina come stato osservatore non membro all'ONU, sostenuto dal presidente dell'ANP Abbas, ha dato invece nuova linfa a Fatah. In occasione dell'anniversario di Hamas, l'8 dicembre scorso, Khaled Meshaal, leader in esilio del movimento, ha espresso parole di apertura verso Fatah, sostenendo che "[...] la Palestina è per tutti noi, siamo alleati in questa nazione. Hamas non può farcela senza Fatah e Fatah non può farcela senza Hamas". Per le celebrazioni dell'8 dicembre scorso, Fatah ha permesso ai sostenitori di Hamas di festeggiare anche in Cisgiordania; Hamas, da parte sua, ha consentito ai rivali di fare festa il 4 gennaio scorso a Gaza, come segno di riconciliazione e di un'unità ritrovata. Soddisfazione per questo clima di distensione è stata espressa da entrambi gli schieramenti. Già mercoledì scorso questa riconciliazione si è concretizzata in un incontro al Cairo fra il presidente egiziano Morsi e i leader dei due schieramenti politici palestinesi, Khaled Meshaal per Hamas e Mahmoud Abbas per Fatah, per discutere su un possibile accordo fra i due. Se in un primo momento si era parlato di un incontro congiunto a tre, questa ipotesi non si è realizzata, nonostante gli sforzi profusi. Infatti, il presidente Morsi ha incontrato separatamente i due leader palestinesi.
Sebbene ora il clima fra Hamas e Fatah sembri più disteso rispetto al passato, in Palestina ciò che sembra più semplice e logico, in realtà non è né semplice né logico per gli attori in campo. Ad ogni passo in avanti segue sempre un balzo all'indietro, in un eterno balletto fra le parti. Già nel 2011 in Egitto e nel 2012 in Qatar Hamas e Fatah avevano firmato degli accordi, che però non furono mai attuati. Un detto dice "Non c'è due senza tre"; si dovrà aspettare per capire se questa volta Hamas e Fatah riconosceranno una volta per tutte di aver bisogno uno dell'altro.