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Palinsesti

Creato il 10 marzo 2011 da Sogniebisogni
Palinsesti

Recentemente sono stato all’estero ad un interessante convegno che aveva ad oggetto Roma come palinsesto urbano. Se alla parola «palinsesto» associate solo un’ordinata lista di programmi TV, allora dovreste sapere che in realtà questo termine viene dalla filologia e designa dei manoscritti su pergamena, il cui precedente testo sia stato cancellato e riscritto.

Nel Medioevo la pergamena costava cara, era spesso necessario cancellare un vecchio libro e sostituirlo con uno nuovo. Studiando i palinsesti, i filologi hanno ritrovato opere che si credevano perse per sempre e invece erano recuperabili con speciali procedimenti chimici o fotografici che fanno riemergere la scrittura cancellata. In questo modo Angelo Mai, nel 1819, ritrovò larghe parti del De Republica di Cicerone (e tutti abbiamo letto la canzone dedicatagli da Leopardi, un amante della filologia). Anche le città sono come un palinsesto. Un foglio sul quale si cancellano e si riscrivono i destini dei suoi abitanti, i tracciati delle strade, gli scopi del vivere collettivo. Roma con le sue incredibili stratificazioni è forse il palinsesto per eccellenza: strade medievali, palazzi rinascimentali, chiese barocche, viali ottocenteschi, caserme fasciste, condomini novecenteschi e baretti postmoderni che si stringono gli uni agli altri, si avviluppano tutti insieme finché non è più possibile distinguere i vari strati, come in un coro non si arriva a percepire le singole voci, pur apprezzandone l’armonia.

Sembra un discorso astratto? Il Blockbuster sotto casa mia ha chiuso, l’intera azienda è definitivamente fallita. Per qualche tempo l’enorme negozio, con più di dieci vetrine, è rimasto vuoto e abbandonato. Poi una mattina alcuni operai sono venuti a rimuovere le grandi insegne con il logo aziendale. Alla fine, quando se ne sono andati, potevo vedere che sotto c’erano le tracce di altre vecchie insegne, quelle della Chicco. Ho scoperto che quelle prima di essere le vetrine di un videonoleggio erano le vetrine di un negozio per bambini. La crisi di natalità ha ucciso quel negozio e internet si è occupato di dare il colpo di grazia al videonoleggio. Due cancellature su questo eterno palinsesto cittadino, ma ancora visibili all’occhio pigro di uno che vada in giro per le strade. Ecco che il concetto non è più astratto. La nostra vita, creando dei segni, ne cancella altri, ma quello che crediamo di cancellare spesso riaffiora e ridà significato a ciò che è venuto dopo.



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