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Palinsesti, una recensione

Creato il 28 aprile 2011 da Anellidifum0

Questo saggio è un esempio di quanto poco scientifici possano essere i saggi di critica letteraria. L’autore si crogiola nella maestà del suo nome, permettendosi di scrivere considerazioni tipo:

“Il termine architesto, me ne accorgo un po’ tardi, è stato proposto da Louis Marin (Pour une théorie du texte parabolique, in Le Récit évangélique, Bibliotheque des sciences religieuses, 1974) per designare “il testo da cui deriva ogni discorso possibile, la sua ‘origine’ e il suo ambiente di instaurazione”. Più vicino insomma a quello che io chiamerò ipotesto. Sarebbe ora che un Commissario della Repubblica delle Lettere ci imponesse una terminologia coerente”. (3)

Sì, sarebbe ora che i critici letterari la smettessero di chiamare gli stessi concetti astratti con nomi diversi, sarebbe ora che chi pubblica successivamente a uno scritto che si ritiene importante al punto da citarlo nel proprio lavoro, si uniformasse a ciò che altri hanno già battezzato, e non aggiungesse nuove etichette tanto per fare il figo. Sarebbe ora che in un saggio si mettessero da parte espressioni ambigue come “pressapoco”, “forse”, “probabilmente” e condizionali ipotetiche di secondo grado nel momento in cui si offrono al pubblico delle cosiddette “leggi”.

Se riuscite a superare lo sterile crogiolamento dell’autore nelle sue prime pagine, Genette cerca poi di stabilire 5 relazioni transtestuali (intertestualità, paratestualità, metatestualità, ipertestualità, architestualità) che TEORICAMENTE dovrebbero aiutare lo studioso a definire e analizzare un testo per poterlo poi a sua volta definire parodia, pastiche, travestimento, caricatura, trasposizione, forgerie.

Il punto debole è che queste relazioni transtestuali, si ha la sensazione, potevano essere 3, 5 10 o 15, al buon cuore dell’autore. Perché, di base, se vogliamo dare un’importanza testuale alla fascetta con cui viene rilegato un volume, non capisco perché dovremmo trascurare la porosità della carta su cui viene stampato quello stesso testo, e magari anche, a questo punto, dedurre alcune fondamentali convinzioni geopolitiche sulla base del luogo dove la stamperia che ha dato alla luce il volume lo ha rilegato e fatto uscire dai suoi macchinari, e così via.

Al di là di queste considerazioni, gli esempi di Genette sono pensati per un pubblico francocentrico e non sono utili per chi non ha presente di cosa parlino i testi da lui citati come esempi di parodia, pastiche, travestimento, caricatura, trasposizione, forgerie.

Giudizio: 2 stelle su 5


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