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Pallanuoto, le speranze vane di un ex-giovane writer

Creato il 28 dicembre 2012 da H2opolo @edoardo_osti

Pallanuoto, le speranze vane di un ex-giovane writer
Ripropongo un articolo che feci pubblicare sul defunto waterpolonline il 7 febbraio 2005, e che ho ritrovato scartabellando tra le mie cose E' un articolo di circa 8 anni fa ma che, se togliessi solo un paio di riferimenti temporali, sarebbe, ahinoi, attualissimo. Vi prego di leggerlo e di dirmi poi, tra i commenti, se siete d'accordo.
Settimana di pausa per il campionato. Speriamo che sia una pausa redditizia, speriamo che serva a raffreddare gli animi, ultimamente troppo caldi e inutilmente proiettati , a mio avviso, verso nemici immaginari.
Con dispiacere noto la difficoltà di dialogo tra membri dello stesso equipaggio, come si direbbe in Marina. Arbitri, Giocatori, Tecnici, Dirigenti sono tutti sulla stessa barca, eppure spesso assistiamo(o partecipiamo) ad una "lotta tra poveri", ad uno scontro tra settori che stanno perdendo la consapevolezza di essere alleati, non nemici.
Abbiamo spesso parlato di "Prodotto Pallanuoto", ci siamo immersi in discussioni illusorie su dove dovremo proiettare nel futuro il nostro sport. Parlavamo e parliamo tuttora di una struttura, non di una categoria di questa struttura. Parliamo cioè di un insieme formato dalle 4 categorie sopra citate, ognuna delle quali, purtroppo, utilizza abitualmente le altre come alibi per i propri errori, per i propri insuccessi, per i propri fallimenti. Senza nessun rispetto reciproco.
De Magistris dice una cosa che condivido: gli arbitri devono utilizzare un metro di arbitraggio che viene loro imposto. Niente di più. Ma capita che faccia comodo a molti considerare la conduzione di gara di quell’ arbitro piuttosto che di un altro come la causa della nostra sconfitta, e si individua in esso il "cornuto" da assediare per qualche ora all'interno del proprio spogliatoio, una volta finita la partita. Oppure si perde la calma e succede che giocatori e arbitri si scontrino non solo verbalmente. Succede anche che il rappresentante degli arbitri si senta giustamente offeso dalle ultime polemiche, e che rimandi al mittente le accuse:”Gli allenatori non sono andati all' incontro degli arbitri”.
(Nota di Spreading: Al recente incontro si è presentato un solo tecnico, Renzo Zonari. Fin qui articolo attualissimo)
Altra colpa che una categoria attribuisce all'altra. Una sorta di "chi è causa del suo mal...".
Amici, qui non siamo di fronte al male di una sola categoria. Siamo al cospetto di una malattia che riguarda tutti e tutti ne sono vittime, ed in equa parte, colpevoli. Non suonino "buoniste", le mie parole; appaiano piuttosto come preoccupate e preoccupanti.
Rimpiango la Rubrica  del Barone Merola, che sapeva trattare con grande capacità tutte le "malefatte" degli arbitri italiani. Sapeva riportare la pressione al giusto livello, sapeva spiegare con grande chiarezza perchè questa o quella decisione era stata presa. Ma sapeva anche dare importanti suggerimenti alle singole categorie, analizzando una volta il metro di arbitraggio, un'altra volta le lamentele dei tecnici, quando queste , provenienti da più parti, risultavano simili e in quanto tali degne di essere studiate, un' altra ancora i suggerimenti dei dirigenti e via così.
Insomma, se ne usciva con una pace forse precaria e illusoria, ma con la convinzione che si stesse lavorando assieme. Senza il Barone  questo Collante non c'è più, e ci manca. Credo sia sotto gli occhi di tutti. Non credo basti il ritorno del Barone su queste pagine per assaggiare i taralli e bere il vino.
Credo che occorra un appuntamento fisso dove discutere e ricomporre le fila.
Infatti da tempo non si organizzano Convegni degni di tale nome. Potrebbe non bastare l'incontro dei tecnici al quale presenzia un arbitro, o , viceversa, l'incontro degli arbitri che viene disertato da allenatori e dirigenti. Quale migliore occasione per raccogliere tutte le categorie di un Convegno annuale, dove si analizza il Campionato precedente e magari la manifestazione internazionale di turno? A mio avviso questo sabato privo di Pallanuoto di A1 poteva essere riempito da un incontro Arbitri-Allenatori-Dirigenti per valutare , a metà percorso, cosa stia succedendo. Non solo in chiave arbitrale, ma anche dal punto di vista del gioco, dei numeri di pubblico, degli aspetti televisivi, delle difficoltà che le società incontrano in vari ambiti, come nella difficile arte di reperire grano.
Certo è che se non ci si incontra si vive sempre di più come tra vicini reciprocamente sospettosi di spostarsi il paletto del confine dell'orto. Finchè non prendiamo l'abitudine di chiarirci , di dialogare abitualmente, le cose non potranno migliorare. (Nota di Spreading: grazie aFIN e a Sandro Campagna la pallanuoto ha il suo Convegno annuale, l'unico miglioramento raggiunto, tra quelli che nel 2005 auspicavo)
Cambiamo argomento, anche questo trattato dai lettori di Waterpolonline durante questa settimana.
Dario Francesco Barone, regista Rai con un passato da Arbitro ci dice la sua sul sito relativamente a questa figura troppe volte denigrata. Mi piacerebbe che chi di dovere cominciasse ad interpellarlo nella veste di Regista Televisivo, perché potrebbe risultare un alleato importante nelle lotte vere, quelle della televisione, per esempio.
Dario mi ha recentemente spiegato diverse cose su come vengono fatte le riprese televisive, e siccome diverse persone tornano a chiedere i 35" in sovrimpressione, un mio vecchio cavallo di battaglia, vorrei ricordare che il nostro amico è riuscito , in occasione della finale 2004, a renderli visibili sullo schermo (non l'avesse mai fatto!!! ricordate il gol che ha dato lo scudetto al Posillipo? con quei 35" in evidenza quante polemiche!! Però, a pensarci bene, quanto è importante il concetto del "parlarne, anche male, purchè se ne parli"! e quanto è stato d'aiuto affinchè altri sport potessero decollare!). Bene, cosa serve per avere sempre i 35" ? una telecamera in più. Dalle 4 teoriche che la Rai ha in preventivo per le gare di Pallanuoto, si arriverebbe a 5. Non si deve necessariamente passare attraverso la Rai, per ottenerla: è possibile recuperarla attraverso i buoni rapporti con le emittenti locali che possono appoggiare la rete nazionale nell’ impresa. Perchè nessuno si muove per averla? Perché nessuno ci pensa? Sarebbe tutto più comprensibile agli occhi dei nuovi telespettatori, ma anche di quelli datati come me. Oppure , potremmo perfino fare a meno della 5a telecamera, se , quando mancano 10" una delle telecamere si occupasse di inquadrarli (invece di inquadrare un giocatore che si sistema la calotta…). Mi sono stancato di ripetere una cosa che sanno già tutti gli addetti ai lavori, cioè che dai 35" dipende gran parte della filosofia di gioco della Pallanuoto. Ma se questa esigenza cominciano a sentirla anche i neofiti della pallanuoto televisiva, bè, sarà meglio accontentarli al più presto!
Ancora sulle riprese televisive. Possibile che non esista un accorgimento, un filtro che annulli quel fastidioso riflesso della luce sull’ acqua? Nessuno si muove. Basterebbe verificare le riprese effettuate nelle varie piscine, e si scoprirebbe, per esempio, che al Foro Italico quel fastidio è limitato, rispetto alla Scandone. Nessuno è ancora andato a vedere come mai??? La qualità del prodotto va a farsi benedire, e noi subiamo passivamente. Credete che ai Registi Rai importi qualcosa? Se arrivano lamentele, sicuramente si. Ma se non arrivano lamentele, perché dovrebbero modificare, cercando di migliorarle, le loro riprese? E’ compito loro o nostro richiedere un prodotto migliore???
Propongo:
  1. Analizzare le riprese effettuate nelle varie piscine.
  2. Verificare sul posto le caratteristiche dell’ illuminazione, che determinano il diverso grado di qualità delle riprese
  3. Individuare gli standard adatti per rendere ottimale la ripresa televisiva
  4. Studiare un piano per rendere attuabili tali standard.
(Nota di Spreading: 8 anni dopo ci ritroviamo le stesse carenze televisive, in fatto di quantità e qualità)
Edoardo Osti, 7 febbraio 2005 Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook

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