Bergamo onora Jacomo Nigretti de Lavalle, l'artista a cui diede i natali Serina nel 1480, con la prima esposizione monografica mai realizzata su questo artista del Rinascimento veneto, che si pone tra Giorgione e Tiziano.
La fama di Palma il Vecchio è oscurata dalla sua morte prematura, avvenuta prima dei cinquant'anni. Avendo spesso lavorato per committenze private, il corpus delle sue opere si è ben presto smembrato entrando già dal Seicento a far parte delle più grandi collezioni nobiliari, per questo molte delle opere esposte provengono dai più importanti musei europei.
In mostra non sono presenti opere di altri pittori con cui far dialogare i dipinti di Palma il Vecchio ma ci si concentra solo sull'artista ponendo l'accento sulle peculiarità della sua produzione.
Il tratto distintivo dell'artista è la sua abilità di usare il colore: le sue Sacre Conversazioni, uno dei temi principali dipinti per la devozione privata, sono un tripudio di colori smaglianti che il pittore declina per contrasto tra le diverse figure o su scale di toni negli indumenti di un singolo personaggio.
Alla felice capacità dell'uso del colore si unisce un raffinato gusto per il dettaglio e Palma sa rappresentare con maestria tutta la ricchezza della moda veneziana: finissime camice di batista, panneggi sontuosi e vezzosi fiocchi ornamentali contraddistinguono i ritratti a mezzo busto, altro tema tipico nella produzione del maestro bergamasco. In questo tipo di opere però Palma non si limita a tratteggiare il lusso delle vesti, i suoi ritratti rappresentano giovani pensosi, fanciulle dall'incarnato d'alabastro che diventano il prototipo stesso della bellezza virginale veneziana. Esempi sublimi della sua ritrattistica sono il Ritratto di donna detta La Bella e il Ritratto di Poeta, cosiddetto Ariosto.
La vaghezza bucolica contraddistingue l'autore, la troviamo nei quadri di nudi, Le ninfe al bagno e le Due ninfe in un paesaggio e nella realistica atmosfera paesana dell'Incontro di Giacobbe e Rachele opera che perde ogni dimensione biblica e diventa la rappresentazione di una scena di vita pastorale delle valli bergamasche. L'attenzione per la natura è pari a quella per la moda veneziana: tutte le sue opere inserite in un contesto all'aperto (quasi tutte le Sacre Conversazioni) sanno raccontare la luce del giorno e la dolcezza nostalgica del paesaggio bergamasco.
Sono presenti in mostra anche pale d'altare, in particolare il Polittico della presentazione della Vergine e il Polittico di Santa Barbara o Polittico Bombardieri della Chiesa di Santa Maria Formosa di Venezia. Anche nella produzione più spiccatamente religiosa tornano tutti gli aspetti che caratterizzano l'opera di Palma il Vecchio che possiamo sintetizzare nella sua attenzione per l'umana bellezza che prevale sempre: il sacro per Jacopo Palma il Vecchio, si esalta nella gloria della carnalità sognante e rigogliosa.
dal 13 marzo al 21 giugno 2015
GAMeC, Via San Tomaso, 53 – Bergamo