Magazine

Palmipedone #183 —Sbrilluccicare—

Creato il 26 dicembre 2010 da Ilainwonderland

Ero contento che mio padre fosse un tipo che sorrideva con gli occhi: così non poteva mai rivolgermi un sorriso falso, perché è difficile far scintillare gli occhi se non ci si sente una scintilla dentro. Il sorriso con la bocca è diverso. Si può simulare un sorriso in qualsiasi circostanza, solo atteggiando le labbra. Inoltre un vero sorriso con le labbra è sempre accompagnato da un sorriso con gli occhi: perciò state attenti, dico io, quando qualcuno vi sorride con la bocca ma gli occhi non mutano. Potete star sicuri che è una fregatura.
[Roald Dahl – Danny, il campione del mondo]

Che sono le piccole grandi verità che si trovano nei libri per bambini, e ci potete pure non credere, io di questo libro (letto l’ultima volta alla rispettabilissima età di anni undici o giù di lì) non ricordo nulla: la trama, i personaggi, niente. Nulla tranne questa citazione che all’epoca mi colpì come un macigno, una scoperta di cui fare tesoro, una verità da tenere gelosamente custodita per insegnarla agli altri quando ne sarebbe valsa veramente la pena, da sussurrarsi piano per non spezzare la magia, È la ragione per la quale questo libro, nel corso delle innumerevoli risistemazioni della libreria, non ha mai lasciato la casa per finire in uno scatolone assieme agli altri libri per bambini (nessuno dei libri di Roald Dahl, comunque, finirà mai in uno scatolone per mano mia: Il GGG, Le Streghe, Gli Sporcelli, son tutti lì, sullo scaffale, l’uno di fianco all’altro; chi li ha letti e che anche oggi ama leggere forse capisce perché staccarsene è tanto difficile, chi non li ha letti e ama leggere legga almeno Il GGG – oppure La Fabbrica di Cioccolato – chi non li ha letti e non ama leggere è inutile che glielo spiego).  Potete anche non crederci che io, poco fa, abbia trovato questa citazione con la stessa facilità con la quale ho trovato il libro, copiandola solo per un eccesso di pignoleria, perché è esattamente come l’ho sempre ricordata (da grande, oggi, vi dico che in inglese è ancora più bella, c’è quel twinkle che più che con scintillare io renderei con sbrilluccicare, i sorrisi con gli occhi che sbrilluccicano sono i più belli, pure se sbrilluccicare non è italiano da Accademia della Crusca).

Tutto questo per dire che è vero che ci manca sempre l’altro mezzo post, quello dell’introduzione lunga una quaresima e più, però ho deciso che la sua scrittura la rimando. La capacità di conciliare l’autoironia con la tristezza cosmica è una dote veramente poco comune e non tutti gli esempi (viventi) di cui volevo parlare sarebbero in grado di riderne, di dire oddio ma io sono così (sì sei proprio così), di dirlo con gli angoli della bocca all’insù, con gli occhi sbrilluccicosi. Che poi magari non gliene importa niente a nessuno di quello che scrivo e di quello che invece no (il problema è che a me importa tutto – e di questo me ne sono accorta solo perché me l’hanno detto).



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog