You have five seconds to find her!
(la soluzione è scritta in inchiostro simpatico sotto la foto così non vi viene la tentazione di sbirciare -il trovare il difficilissimo modo di leggerla fa parte del gioco-)
Dietro la bancarella del cosiddetto “bibitaro” c’è una strada stretta.
Su quella strada stretta ci sono anche le macchine parcheggiate in doppia fila perché a Roma funziona così: se uno deve sbrigare una faccenda di un attimo, con 5min<1 attimo<1h, allora lascia la propria automobile in doppia fila anche se c’è parcheggio: rischierebbe infatti di divenire lui stesso vittima d’un doppiafilista, dovendo poi passare per la noiosa (e dispendiosa in termini di tempo) trafila clacson/clacson/clacson/arrivo del proprietario/scuse del proprietario (aò mannaggia, era giusto pe’ n’attimo, scusa eh)/sguardo truce.
Data anche l’esagerata presenza di automobili in doppia fila, in quel momento, su quella strada stretta, c’è un inspiegabile ingorgo che sembra una partita a tetris quando scendono solo pezzi a gradino.
Proprio su quella strada stretta, in quel momento, Ilaria è imbottigliata nel traffico perché, per uno strano caso del destino, tornando dalla (fu) agonistica corsetta al parco, ha deciso di cambiare strada per accorciare i tempi.
E menomale che non si vede, Ilaria, perché oltre ad essere in delle terribili condizioni post-agonistiche, in quel momento è anche impegnata in scomposte imprecazioni contro le feste di quartiere e i mercatini e le sagre e tutti quelli che ci vanno, non sapendo, in realtà, di essere parte (invisibile, ma insostituibile) di un set cinematrografico.
Piesse: il film è molto divertente, Raoul Bova è bello, Paola Cortellesi a Zelig è sprecata.