Ai primi del Novecento un nuovo e curioso personaggio fu introdotto nel
mondo degli eroi di fantasia da J. M. Barrie, un autore inglese noto per essere
“incapace di crescere” a causa della sua poetica così visionaria e del suo
desiderio di giocare anche in età adulta. Il personaggio si chiama Peter Pan, e
so che non è necessario spendere neanche una sillaba su di lui perché tutti
sanno chi sia.
Curiosamente anche Peter Pan, come il suo autore, era un bambino che non
voleva crescere e per questo, volutamente, mai gli fu data un età o una qualche
raffigurazione, lasciando ai lettori la possibilità di dar libero sfogo alla
propria fantasia nel immaginarlo.
Successivamente, altre persone si trovarono comunque a doverne introdurre
un’immagine, a partire dagli illustratori dei libri, e giunti alla creazione
del lungometraggio Disney, nel ’53, Peter appare con il suo abito verde,
cappello con piuma, capelli ramati e… le orecchie a punta come un elfo! E questa
è l’immagine che per me Peter Pan ha sempre avuto e sempre avrà.
Sarò per sempre grato a Barrie per questa sua creazione perché oltre ad
aver accompagnato la mia infanzia è stato un punto fermo anche in quella di mia
figlia, che ha passato ore ed ore a vederlo e rivederlo nella versione Disney,
sognando come raggiungere la mitica ”Isola che non c’è” (seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino).
Peter Pan, nel tempo, è divenuto un’icona mondiale ed ha alimentato le
fantasie di innumerevoli persone, spingendole ad inventare storie parallele,
sequel e prequel, in così tante differenti versioni che non vale la pena
citarle; ad eccezione però di quest’ultima: alla fine del 2015, infatti, Joe
Wright esce nella sale cinematografiche con un lavoro molto ambizioso, reinventare
cioè la storia di Peter Pan partendo dalla sua comparsa nel nostro mondo e
passando nella varie fasi attraverso cui lui diventa leggenda. E pare che
Wright si proponesse di farlo applicando quanto lo stesso Barrie diceva di fare
con le sue creazioni: raccontare la storia al figlio, che successivamente la
riracconta a lui con addizioni e varianti; riproporla quindi al figlio con l’adattamento
delle modifiche e proseguendo fino a che la storia si assesta.
Un’idea geniale. Un’opportunità unica. Un investimento economico colossale.
Ma il risultato prodotto è un misero fallimento. Non per gli effetti
speciali; e nemmeno per la qualità delle immagini o della scenografia. Quello
che proprio non funziona è il grande “mescolone” di una valanga di idee che non
si amalgamano fra loro, come in un piatto di spaghetti intrecciati, e la storia
si trova (citando un’altra recensione) “sepolta
sotto una caterva di invenzioni narrative e visive che, prese singolarmente,
affascinano di certo, ma, accumulate l'una sull'altra, ben presto sfiniscono e
vien voglia di scappare da Neverland”.
In buona sostanza, questo film è un fiasco sia per il pubblico che per la
critica, risultando anche il prodotto cinematografico che ha raggiunto il
record di perdita economica al botteghino, e gli unici riconoscimenti che è
riuscito ad ottenere sono relativi solo agli effetti speciali e alla qualità
del 3D.
Se però volete comunque vederlo, mi sento di dovervi suggerire un piattino
in opposizione, quindi molto molto semplice e che vi rinfreschi un po’:
INSALATA DI PARMIGIANO REGGIANO CON LE PERE
Ingredienti (4 pax): 100 g di Parmigiano Reggiano, 2 pere, un cespo
di lattuga, 1 peperone, 30 g di noci, succo di limone, 6 cucchiai d'olio evo, sale
e pepe nero macinato al momento.
Preparazione: lavata la frutta e la verdura, sbucciare e
tagliare a dadini le pere, tritare grossolanamente le noci, privare l’interno del
peperone dei semi e dei filamenti bianchi e tagliarlo a strisce sottili, quindi
tagliare finemente la lattuga, dopo aver eliminato le foglie esterne più dure e
averla asciugata.
Versato in una ciotolina il succo di limone, sciogliervi il sale, quindi unire
l’olio e una spolverata di pepe e mescolare accuratamente il tutto con una
frusta a formare una salsina.
Messe le verdure e la frutta in un'insalatiera, aggiungere il parmigiano a
scaglie (o grattugiato, come preferisco io) e poi condire l’insalata con la
salsina appena preparata, mescolare e servire.
Certo se qualcosa non è gradita siete liberi di modificare a piacere: io
stesso i peperoni li sostituisco con la rucola, tanto alla fine quello che conta
è ritrovare un po’ di equilibrio.
Enjoy!