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Pan di Joe Wright: la recensione

Creato il 11 novembre 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

cjznj-iuwaecofz-jpg-largeBlockbuster privo di un obiettivo

Prodotto che non ha ragione d’esistere, Pan spiazza, confonde e non decide mai se focalizzarsi su un pubblico adulto oppure preferire quello adolescente.

Nei pressi dei giardini di Kensington una donna abbandona suo figlio. Il suo nome è Peter e viene allevato all’interno di un’istituto di suore durante la Seconda Guerra Mondiale. Irrequieto e avventuroso, Peter una notte viene rapito da un misterioso galeone volante, che fa rotta sull’Isola che non c’è, luogo nel quale conoscerà il suo destino.

Il progetto, in fase embrionale, poteva apparire interessante e rivoluzionario. Infatti c’era l’interesse da parte del regista Joe Wright di mostrare allo spettatore seduto in sala qualcosa a cui non si era mai assistito: l’infanzia di Peter e le sue origini. Di conseguenza si può facilmente affermare che Pan è un prequel a tutto tondo, con eccessive libertà di riscrittura e di fantasia. Tuttavia ciò non è sufficiente per rendere il film diretto da Wright un prodotto di livello e di elevato coinvolgimento. Difatti nella pellicola vengono evidenziati forzature (l’amicizia tra Peter e Uncino) e un ritmo narrativo assolutamente deludente, che progressivamente fanno perdere interesse per il prodotto.

Completamente slegato dalla vicenda originaria di J.M. Barrie e dal suo significato, Pan prende in prestito alcuni personaggi del romanzo e ricuce loro addosso altre vesti e altre caratteristiche. Ma ciò che manca assolutamente è il senso di tale operazione, perché nulla della pellicola di Wright suggerisce una riflessione o un tema dominante. L’unica cosa che salta all’occhio è quell’investitura di predestinato nei confronti di Peter Pan. Per il resto Pan è un divertissement fragile, dalla computer grafica “abbondante” (in alcune sequenze del volo anche il protagonista è disegnato) e dal 3D poco funzionale.

Pan delude clamorosamente su tutta la linea, mostrando il fianco anche a interpretazioni fredde e poco convincenti. Infatti Hugh Jackman (Barbanera) è la macchietta di un villain, mentre Rooney Mara è emotivamente glaciale. Eliminando tutta la parte fanciullesca e giocosa della vicenda, Pan finisce per rivelarsi un intrattenimento deludente, un blockbuster malamente costruito, che difficilmente appassiona. Ciò che aveva fatto Spielberg con Hook, ovvero immaginare un Peter Pan invecchiato con figli al seguito, era molto più attinente alla vicenda raccontata da Barrie; una sorta di sequel “tradizionale” che non perdeva neppure un grammo dell’originaria magica atmosfera. Diversamente Wright con Pan deve eseguire il procedimento opposto (raccontare l’infanzia di Peter e le sue origini), ma ne realizza uno spaccato che mantiene i personaggi del racconto di Barrie, ma li snatura in favore di una vicenda che scava veramente poco nel carattere di Peter e in quello dei suoi comprimari.

Flop negli USA e, probabilmente, anche al botteghino italiano, Pan è un film non trascinante e nemmeno divertente. Un prodotto senza pretese e privo di un obiettivo.

Uscita al cinema: 12 novembre 2015

Voto: **


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