Panchinari per i playoff? La situazione nella Western Conference

Creato il 10 marzo 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Il campionato NBA è in dirittura d’arrivo, e se nella Eastern Conference gli 8 posti per i playoffs sono già stati “bloccati”, nella Western regna il caos dopo la quinta posizione (di Denver o Memphis). Presumendo che i titolari non arriveranno freschissimi al rush finale per la lotta alla post season, visto lo sforzo che stanno facendo (e faranno nelle prossime partite), proviamo ad analizzare la situazione delle panchine delle squadre ancora nel limbo dell’”incertezza”.

GOLDEN STATE WARRIORS
Golden State al momento occupa la sesta posizione ad Ovest, e, sebbene dopo un mese di Febbraio condito da sole 3 vittorie, il gruppo guidato da coach Jackson sembra essere il più vicino alla tanto agognata meta dei playoff. Dalla panchina arrivano circa 32 punti di media, frutto delle giocate di 2 giocatori: Jarrett Jack e Carl Landry. Entrambi hanno fatto della continuità la loro arma principale, pur dovendo rimpiazzare rispettivamente uno Stephen Curry “alieno” e David Lee. Tuttavia, la situazione di Landry va monitorata: Bogut sta tornando a livelli accettabili dopo le lunghissime pause per gli infortuni, e sta “rubando” minuti al collega di reparto. La situazione di Golden State è comunque positiva, e la panchina dà delle garanzie, essendo composta da gente navigata con molta esperienza.

HOUSTON ROCKETS
I Rockets sono appena dietro i Warriors nella speciale classifica delle panchine dell’NBA stilata da hoopsstats.com, con le seconde linee che contribuiscono con più di 31 punti di media. Houston è probabilmente la squadra più attiva dell’annata: dopo un’estate frenetica, con una ricostruzione totale della squadra (Harden, Lin, Asik), la franchigia texana non si è fermata neppure durante la sessione di mercato invernale. Marcus Morris è stato spedito a Phoenix, mentre l’ala Patterson, il girovago Toney Douglas e il lungo di riserva Aldrich hanno dovuto fare le valigie per Sacramento. Hanno fatto percorso inverso la promessa Thomas Robinson e Francisco Garcia. Una panchina completamente rinnovata quindi, arricchita in queste ultime ore dalla firma del già ex Rockets (dal 2007 al 2011) Aaron Brooks, “liberato”, per usare un eufemismo, proprio dai Kings. T-Rob continua a rimanere una scommessa, ma a dare una scossa dalla panca ci penseranno appunto i veterani Delfino, Brooks e Garcia, e il sorprendente ex Europa Patrick Beverley.

UTAH JAZZ
Utah è la squadra che ora rischia maggiormente l’eliminazione. Dopo aver perso 7 partite delle ultime 10, e con un pessimo record di 10-22 in trasferta, i Jazz potranno permettersi ancora pochi errori per rimanere appigliati all’ottavo e ultimo posto disponibile. Il “problema” è che in questo caso la panchina funziona, e anche bene. Con 39 punti di media, la franchigia mormone si piazza settima nella classifica generale. Le punte di diamante? Gordon Hayward (non si capisce ancora il suo minutaggio cosi limitato, in favore di Marvin Williams), Enes Kanter e Derrick Favors, che fanno la voce grossa sotto ai tabelloni. Per i 2 giovani lunghi questa potrebbe essere l’ultima stagione da “panchinari”, dato che sia Jefferson sia Millsap sembrano essere in rottura con la società e in estate saranno free agent. La squadra non è strutturata male, e spesso la sfortuna (vedi infortuni a Mo Williams) ha fatto il suo. A volte quello che è mancato è il killer instinct nei finali delle partite, e la costanza in trasferta. I playoff non sono ancora saltati, ma i Lakers di un Kobe Bryant mostruoso sono li, con il fiato sul collo ai Jazz.

LOS ANGELES LAKERS
I gialloviola, dopo una partenza raccapricciante, si sono ripresi alla grande, e il sempiterno Black Mamba non smette mai di mordere. A differenza del quintetto base (che produce più di 75 ppg), la panchina quest’anno non è ai soliti livelli Lakers: con soli 27 punti di media, si piazza al 26esimo posto generale. Le uniche soddisfazioni arrivano dal duo Jamison-Meeks, unici capaci di dare energia, con il primo pronto a dare anche una mano a rimbalzo, e il secondo ad infilare il canestro dai 7,25 m. Il resto? Il vuoto. I “ricambi” di Nash, Steve Blake e Chris Duhon, stanno avendo una pessima stagione, e, complici gli infortuni a Jordan Hill e Gasol, l’unico cambio vero per Howard è il “re degli asciugamani”, Robert Sacre. C’è da scommettere però che questi Lakers, con ancora questo Kobe Bryant, possano essere capaci di spodestare l’ottavo posto ai Jazz, e forse anche il settimo ai Rockets. Di certo, non grazie alla panchina…

OUTSIDERS: Portland Trail Blazers e Dallas Mavericks. 
Con i Jazz in caduta libera (e incapaci di vincere in trasferta), con i Lakers in ripresa ma comunque altalenanti, non è detto che Blazers e Mavs vedano la post season sul divano. L’impresa è ardua, ma entrambe le franchigie possono tentare l’ultimo assalto. Il quintetto base di Portland è stellare, e con gente del calibro di Batum, Aldridge e Lillard l’assalto è possibile. Il problema, anche qui, è la panchina: disastrosa è l’unico termine da usare. Essendo la peggior panchina NBA, coach Stotts deve spremere fino all’ultimo i suoi titolari, che già ora mostrano dei segni di cedimento. Per Dallas il discorso è diverso: con gente di esperienza come Elton Brand e Vince Carter ad uscire dal pino, ci sono più soluzioni e più minuti di riposo per gli starters. I texani però hanno pagato la lunga assenza per infortunio di Dirk Nowitzki, che non è ancora al 100% di forma. La distanza da Utah e LA Lakers è di 2 partite per i Blazers, e 3 per i Mavs. Rush finale di successo o ko tecnico per entrambe?


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