E ci sta, ora, che io prenda in giro chi non sa cucinare.
Mi ricorda bei tempi andati, in cui il tempo era poco, la fame era tanta, e bisognava ottimizzare un frigorifero spoglio e una mansarda in cui, appena si accendeva un fornello, sembrava di stare in una sauna.
Per cominciare, la pancetta, che dà tanta soddisfazione. Diventa il minimo comune denominatore per qualsiasi piatto, primo secondo o in ordine sparso che sia. E già rende un po' l'idea di proteine, di sostanza. Tutto il resto diventa il "qualcos'altro" da metterci in mezzo.
Per esempio, la versione "light" (!!!) del pancone, che prevede l'aggiunta di pomodoro, uova e sottilette. Più qualche ingrediente segreto, attinto dai barattoli della mensola sopra i fornelli. Sempre aperti, visto che non bisogna correre il rischio che nell'altra mano ci sia una birra. E casomai appoggiarla, o altre assurdità.
Il pancone prende forma, o meglio, si sforma in tutto il suo splendore. Pronto da mangiare alla forchetta o al cucchiaio (dipende dal numero delle uova). Con abbondante utilizzo di pane, che diventa indispensabile soprattutto quando prima è scappato il peperoncino.
Il pancone è studiato nei centri di preparazione alle uscite degli astronauti nello spazio, perché contiene tutto: materia e antimateria. Nutrimento, gusto e soddisfazione.
L'importante è non dover andare a giocare a rugby subito dopo, il pancone.
Perché il pancone è nemico dei campi da rugby, così come è nemico dell'acqua. Acqua e pancone formano un calcestruzzo compatto e viscoso, nello stomaco, con un peso specifico elevatissimo ed una consistenza inadatta ad essere contenuta da un apparato digerente.
Il pancone, inoltre, è altrettanto nemico del divano, poiché la posizione orizzontale favorisce la fuoriuscita della sostanza, a guisa di blob, come insegnano i peggiori film d'orrore a basso budget.
Il pancone sarà ricordato a lungo, dopo averlo incontrato.
E dolorosa la separazione fisica da questo elemento, che si farà riconoscere in maniera ancora più incisiva all'uscita.
Per sintetizzare: assunzione pensierosa, permanenza difficoltosa, espulsione penosa.