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Pandafeche

Creato il 20 febbraio 2012 da Aletheelf @AleTheElf
pandafecheGià nell’antica Roma, ed in seguito anche nel Medioevo, si parlava dei demoni "Incubi" (o Inui) e della loro capacità di tormentare le notti degli umani con tanto di furto di respiro a bambini ed anziani. In effetti ‘Incubo’ deriva dal latino ‘incubare’, cioè ‘giacere sopra’: i romani credevano nell’esistenza degli incubi, personificazioni di sogni angosciosi che ritenevano provocati da un vero e proprio contatto, anche sessuale, con un essere demoniaco. Girando in lungo e in largo per il nostro paese scopriamo che queste “entità” sono ben conosciute; cambiano nome, cambiano aspetto, ma il loro modo di operare rimane lo stesso. Come esempio possiamo citare la Pandafeche, figura molto diffusa nella tradizione culturale abruzzese. La Pandafeche, detta anche il Pandaff, sarebbe uno spirito che si divertirebbe a togliere il respiro ai dormienti, durante la notte. Il fenomeno è conosciuto anche nei paesi intorno ad Ascoli Piceno (pantafc), nell'alto Piceno (pantafa) e nel maceratese (pandàfrica, pantafeca) e in altre zone come pantafrica o pantafica. Come già accennato sopra, questo spiritello si divertirebbe a togliere il respiro ai dormienti aggirandosi nelle notti di luna scura. C’è chi credeva che la Pandafeche avesse un sesso e che per afferrarla bisognasse prenderla per i capelli o ferirla, facendo in modo che perdesse almeno nove gocce di sangue. Nella tradizione viene raffigurata come una figura vestita di bianco, dagli occhi demoniaci ed un muso lungo ed appuntito (sarebbe lo spirito di un gatto nero), con il quale procura delle ferite. Si racconta che la Pandafeche salga sul letto, durante la notte, e una volta seduta sul petto cominci a schiacciarlo, sghignazzando, per togliere il fiato e infastidire il sonno. La vittima non riesce a svegliarsi completamente, né a girarsi o invocare aiuto; quelli che hanno provato questa sensazione riferiscono che se riesci a svegliarti, la vedi scappare via lungo i muri o sul soffitto! Secondo varie credenze è possibile evitare tale incontro lasciando un fiasco di vino di fianco al letto, poiché il Pandaff è ingordo di tale bevanda, oppure lasciando una scopa a rovescio (con molte setole) fuori la finestra o fuori il balcone, o un sacchetto di legumi, poiché quest'essere è curioso ed ama contare. Sarebbe un gravissimo errore piantare un coltello sul legno, poiché la Pandafeche potrebbe andare su tutte le furie e tormentare il malcapitato tutta la notte! Ancora oggi nel dialetto locale si usa dire "sci comme na pantafa, mamma mia oh!" (Sei come una Pantafa, mamma mia!) di qualcuno che è insistente, che ci ronza intorno, che ci toglie il fiato...Proprio come la mitica "Pantafa" (Pandafeche)! Anche nel mondo del cinema vi sono stati diversi riferimenti a queste figure notturne... Ad esempio nel film "Cat’s Eye" di Stephen King, nell’ultimo episodio, troviamo una bambina, interpretata da una giovanissima Drew Barrymore, perseguitata da un piccolo e feroce folletto che vuole rubargli il fiato. In suo aiuto arriverà un eroico gatto che sconfiggerà la fastidiosa creatura dopo una battaglia non priva di qualche momento ironico (guarda il video). Da un punto di vista scientifico è ipotizzabile la coincidenza della Pandafeche con i fenomeni della Paralisi nel sonno e della Illusione ipnagogica (in inglese "sleep paralysis"), fenomeni sconosciuti in passato e che costituivano pertanto terreno fertile per la fantasia popolare...

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