Pandora - Licia Troisi

Pam indietreggiò e finì con la schiena contro la grata dell'ascensore. Fu allora che si accorse di una cosa che aveva avuto sotto gli occhi fin da quando si era svegliata dopo l'incidente: il suo cuore non batteva, il suo petto non si alzava e abbassava nel respiro. Era morta.

Recensione

Penso di essere tra gli ultimi in Italia a non aver mai letto un libro di Licia Troisi prima d'ora. Sul suo conto si alternano le voci di chi la ritiene un genio del fantasy a quelle che invece la schifano inorriditi, per cui quando mi è arrivato fra le mani questo Pandora non sapevo bene cosa aspettarmi.
Alla fine, come spesso capita, la verità sta nel mezzo.

Proprio come nel mito greco, la notte di Halloween la sedicenne Pandora apre per scommessa una scatola magica liberando un gruppo di letali Angeli della Morte che vi erano contenuti. Ancora ignara di quello che ha combinato, quella stessa sera Pam viene accidentalmente investita dal motorino del coetaneo Sam e da quel momento per entrambi la vita si trasformerà in un incubo. La ragazza si ritrova infatti sospesa in una specie di limbo tra la vita e la morte, invisibile a tutti tranne che a Sam, mentre quest'ultimo scopre di aver acquisito il terrificante potere di uccidere con il solo tocco delle mani. Solo unendo le proprie forze i due potranno arrivare a capire cosa gli è capitato, risalendo alle origini di un mito che affonda le radici millenni nel passato.

La trama è molto accattivante e ha un tono dark che ho molto gradito, i colpi di scena non mancano e la storia è dotata di un ritmo e una scorrevolezza tali da farsi divorare in pochi giorni. Anche i due protagonisti risultano naturali e credibili ed è facile simpatizzare per loro, anche se Pam ha ben poco della darkettona che l'autrice dipinge: purtroppo non basta far indossare a una ragazza abiti gothic e una dose abbondante di matita nera perché automaticamente diventi una "dark".
In generale, ciò che mi ha meno convinto del romanzo è proprio lo stile della Troisi, che è sicuramente curato e sintatticamente corretto ma un po' povero di personalità, tanto che, non sapendo chi fosse l'autrice, avrei detto di avere per le mani il libro di un'esordiente. La scrittura dell'autrice risulta un po' troppo perfettina, quasi stesse scrivendo un tema di letteratura per la maturità; c'è sempre il termine giusto al posto giusto ma i termini e le locuzioni scelte sono scontate e banali. Ne risentono maggiormente le sequenze di lotta e azione perché la Troisi si perde troppo nella corretta descrizione dei passaggi senza veramente "sporcarsi" le mani con l'azione, che perde di movimento e pathos; in questi momenti l'autrice mi è sembrata un po' un pesce fuor d'acqua, come se mia mamma si mettesse a dirmi "uè sorella, come butta?".
Un po' quello che accade quando la scrittrice piazza nella camera di Pam il poster di "Nightmare before Christmas" per dimostrare quanto è dark, oppure quando si ostina a rimarcare quanto la protagonista sia inorridita all'idea di rubare un paio di maglioni approfittando della propria invisibilità perché soffre di "onestite acuta". Suvvia.
Proprio a proposito dell'invisibilità di Pam nasce una delle perplessità che mi ha lasciato il romanzo: se la ragazza è invisibile com'è che nessuno si accorge della presenza di oggetti che si muovono da soli nell'aria quando la protagonista prende dei vestiti in un negozio o ruba un'arma da un museo per poi trascinarsela dietro per mezza città? E' in dettagli come questi che si ha la sensazione che la Troisi abbia voluto condensare un po' troppe cose in un'unica trama e, tra antiche divinità egizie, miti greci e misteriose guerriere ninja, si sia un po' persa dimenticandosi di definire con maggior cura le regole della realtà fantasy in cui la sua storia è ambientata.

Insomma, in conclusione mi pare ci siano alcune cosette da sistemare, ma l'idea alla base del racconto mi piace, sicuramente si tratta di un'avventura di cui sono curiosa di leggere la conclusione sperando che l'autrice continui a puntare sui toni più cupi e dark e decida di buttarsi un po' di più stilisticamente parlando, sperimentando qualcosa di più frizzante: vista la sua esperienza penso sia ora di uscire dagli schemi precostituiti.