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Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs, Fannie Flagg

Creato il 27 agosto 2014 da Frufru @frufru_90
Era in casa da almeno dieci anni. Da uno scaffale della libreria di mia sorella mi avrà visto crescere e cambiare, di notte avrà osservato le mie lacrimucce per cose più o meno grandi e forse avrà spiato i miei sogni, in tutto questo decennio e più in cui di cose son successe eccome.
Se un giorno mi sposerò, anzi se un giorno me ne andrò da qui (cosa che vedo più probabile del matrimonio, per mie convinzioni non so quanto temporanee), porterò con me tutti i miei libri, spazio permettendo. Mia sorella non l'ha fatto, non che avesse chissà quanti libri suoi. Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs era uno di quelli però. Uno di quei libri che ha lasciato a prendere la polvere, sul vecchio ripiano della vecchia libreria, nella sua vecchia camera, di cui, ebbene sì, mi sono impossessata.
Questo libro di Fannie Flagg da mesi vive con i miei, una settimana fa ho deciso di iniziarlo a leggere e adesso mi chiedo perché io abbia aspettato così tanto tempo, prima di farlo.
Ho ancora qualche arretrato estivo su cui scarabocchiare, ma questo romanzo dal lungo titolo, che ha riaperto le mie letture dopo l'estate, mi è piaciuto così tanto che non posso non dargli la precedenza.
Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs, Fannie FlaggDena Nordstrom è una trentenne americana, futura stella della televisione. È già famosa, in verità, alla fine degli anni '70, quando si ritrova all'improvviso, senza sapere bene come, con la propria vita appesa a un filo. Chi è Dena? Una donna in carriera, alta quasi due metri, bionda. Questo pensa di sé all'inizio del romanzo, queste sono le caratteristiche che elenca a un'ipnoterapauta nera e sulla sedia a rotelle, la dottoressa Diggers, che ha preso il posto dello psichiatra Gerry O'Malley. Dena non ha famiglia, il padre è morto in Europa durante la seconda guerra mondiale, quando lei non era ancora nata, e anche la madre non c'è più. Dena racconta a tutti che è morta quando lei aveva quindici anni, in un incidente d'auto, ma i suoi malesseri, le sue ulcere, lo stress, rivelano che c'è più di un nodo da strigare nel suo passato.
Dena impiega mesi, anni addirittura, per riuscire a guardarsi allo specchio e a perdersi, non riconoscendosi più. Ed è in quel momento, nell'attimo in cui capisce che non saprebbe più rispondere alla domanda Chi sei?, che ricomincia a vivere, a ricercare i pezzi mancanti del suo passato, per costruire una nuova Dena, più vicino a quello che sente, sempre bellissima, anche se magari meno luccicante e meno famosa. Ed è lì, in quell'istante, che decide di tendere una mano verso gli altri, per smettere di essere solo una bionda, bellissima, conduttrice, per provare a essere qualcosa di più: una nipote, un'amica, una moglie.
La trama è trita e ritrita, c'è la solita donna bellissima e in carrierissima che è restìa all'amore e a lasciarsi andare alla sua reale natura, fino a che un giorno realizza di essere qualcosa di diverso da quello che ha creduto di essere per trent'anni e cambia. E torna alle origini. E toglie gli abiti coi lustrini. E si innamora.
Dicevo, insomma, che la trama è molto usata, ma questo non fa del romanzo della Flagg una lettura noiosa e banale, tutt'altro.
Non è banale anche solo per il tema del razzismo. Io non avevo mai sentito parlare di negri bianchi ed ecco che questo romanzo mi ha fatto scoprire la loro presenza. Mi ha fatto scoprire che negri non erano solo quelli dalla pelle scura, ma anche quelli che la pelle ce l'avevano chiara, ma nel loro sangue avevano una goccia di sangue negro, magari appartenuto a un bisnonno, per dire. Ed ecco che quell'unica, piccolissima, goccia di sangue "sbagliato" riesce a provocare sofferenze a più di una generazione di discendenti.
C'è quella goccia di sangue negro all'origine di tutte le peripezie del romanzo.
Le quasi 500 pagine pullulano di personaggi davvero fantastici, io ne ho nominati solo tre, ma ce ne sarebbero altri quindici probabilmente, ognuno di loro con qualcosa di speciale, negativo o positivo che sia.
Inoltre ho particolarmente amato anche la struttura circolare del romanzo, che si apre e si chiude con la stessa scena di una donna che ha un proprio programma alla radio, pieno di belle notizie, che trasmette dal proprio salotto di casa. Ovviamente sia all'inizio che alla fine la scena è ambientata nella stessa casa, a cambiare nell'arco dei trent'anni che riempiono la storia è la donna protagonista della scena: prima Dorothy, poi Dena.
Fannie Flagg, piacere piacere piacere di averti conosciuta. A presto!!!
Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs, Fannie Flagg

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