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Le mani sanguinano
per il duro lavoro nei campi
affondate nella nuda terra
a coltivare
oppure per portare
il gregge in transumanza
là dove la natura è in movimento
il cibo è sacro
come un’ostia antica
e le stagioni
sono rosari di giorni mesi ed anni
consumati in fatica
per lasciare ai figli
ed ai nipoti
l’eredità dei padri
onesta e laboriosa
quel valore
che brilla
come il ferro del fabbro
luccica nel sole più dell’oro
e la preghiera
diventa con un breve pater nostro
testimonianza
d’una vita vissuta
intensamente.
Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane