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Panini imbottiti di bugie: è l’hamburger Act

Creato il 11 gennaio 2014 da Albertocapece

McDonald-2Nello spot non compaiono donne nude ed è forse per questo che nessuno si è scandalizzato della nuova produzione pubblicitaria di McDonald, in cui vien stuprata dal vivo la verità – oggetto. Approfittando della crisi e della spaventosa disoccupazione giovanile il paninaro globale invece di lodare le sue specialità, vanta il fatto di aver creato 24 mila posti di lavoro. Come dire che con un piccolo attentato alle coronarie si può fare qualcosa per il Paese.

Ma naturalmente si tratta di una menzogna sfacciata perché in realtà i dipendenti diretti di McDonald sono 3500, mentre gli altri 11.900 dipendono da un centinaio di “imprenditori” che gestiscono in franchising la maggior parte dei ristoranti e le cui royalties pesano ancor di più sulle condizioni di lavoro. Anche nell’ipotesi di realizzazione del piano per l’apertura di altri 100 punti vendita i dipendenti – rigorosamente precari e taglieggiati in ogni modo dai padroncini – non arriverebbero a più di 15 mila.

Allora come saltano fuori i 24 mila? Naturalmente per l’indotto, ma anche qui siamo nel pieno della menzogna perché la produzione agro alimentare italiana è largamente inferiore alla domanda e dunque i posti di lavoro della McDonald sono posti sottratti ad altre attività nel settore alimentare e della ristorazione magari più civili. Solo nel caso che i menù McDonald usino prodotti di scarto non altrimenti utilizzabili, si potrebbe conteggiare questo indotto.  Ma anche fosse vero si tratta per il 70% di posti di apprendistato o part time, con salari che vanno dai 600 euro mensili agli 800 nel caso dopo il lavoro si dia una disponibilità di 24 ore su 24, esposti ad ogni rischio in quanto a sicurezza, dove gli straordinari non vengono pagati o dai quali si può essere licenziati come è recentemente accaduto a Bologna solo per aver detto a un cliente che esiste un menù ridotto rispetto a quello normale. E dove non sono consentite le mance che nel settore della ristorazione costituiscono un’integrazione irrinunciabile al salario.

Ma se qualcuno si sottomette a tutte queste condizioni, ha davanti a sé una luminosa carriera: dopo 22 anni, sempre che non abbia irritato nessuno, che non abbia richiesto gli straordinari, che abbia sopportato senza protestare gli schizzi di olio caldo e le scivolate sul medesimo, che sia stato accanto al telefono ad attendere la chiamata, che magari non abbia fatto resistenze alle richieste extra lavorative dello sfruttatore, pardon dell’ “imprenditore” in franchising, può ambire al posto di “manager” mettendosi in tasca ben 1300 euro al mese per 40 ore settimanali più straordinari, ovviamente non pagati. E’ questo il lavoro – oggetto che viene reclamizzato senza che nessuno abbia qualcosa da dire. Anzi ho il sospetto che qualcuno lo consideri altamente educativo: in tutto il mondo questo ha un nome si chiama ironicamente Mc job. Basta aggiungerci Act e tutto appare più chiaro.

Tutto poi per questo http://www.youtube.com/watch?v=1_uAfQar5Jc


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