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Panorama | New York

Creato il 19 maggio 2011 da Redazione

Stelle e striscie, spirito americano e la perpetua ricerca della libertà.

Motion

Opening scene di Manhattan by Woody Allen
Ode a Manhattan. Ode al genio. L’apertura perfetta, l’inno all’amore…per una città.
Adorava New York, la idolatrava smisuratamente. […] per lui in qualunque stagione questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin”.
Odi et amo di una città che si descrive da sola, le cui immagini scorrono, in bianco e nero, sotto i nostri occhi: contrastanti, vive, vere. La Rapsodia in blu, che fino a questo punto faceva da cornice, esplode a occupare tutto il sonoro, mentre alle immagini di persone, gente, strade affollate, musei, parchi, che hanno accompagnato il monologo fuori campo, si sostituiscono quelle magnifiche e maestose di Manhattan, scorci di grattacieli e luci di Broadway.

Altro da aggiungere? Ah sì “ New York era la sua città…e lo sarebbe sempre stata”.


Printed Matter

Louis Vuitton City Guide 2011 – New York, the Big Apple by Ruben Toledo
Cerchiamo di risolvere il mistero una volta per tutte. “The Big Apple”, ma perché NY si chiama così?
Louis Vuitton si è accollata l’onere di una spiegazione in occasione del video-lancio della sua City Guide 2011, firmata Ruben Toledo.
L’animazione grafica, diretta da Robert Chassaing, presenta le alternative storiche (e non) del caso: che la mela sia un appellativo delle giovani ragazze che popolavano i saloon bar? O è forse parte del gergo usato ad Harem, quello black, dei jazzisti?
Attualmente la mela più conosciuta è quella di Steve Jobs, è vero, ma come non soffermarsi sull’analisi attenta di una fetta di torta di mele?
Non per altro il detto recita “American as apple pie”.


Works

Hangar by Liz Kueneke
Liz Kueneke è un’artista, oltre che un’attivista. Aiuta le persone a familiarizzare con il territorio e ne studia i comportamenti. Cucisce identità: questo è quello che fa concretamente.
Riunire una comunità attorno a un tavolo e munirla di ago e filo, il risultato è la mappa di Manhattan, ricamata a mano, casa dopo casa, e arricchita di simboli: che altro non sono che le esperienze di vita di ogni singolo partecipante.
Più che una mappa è un pezzo di storia, personalissimo. Più che una mappa è un pezzo d’arte. Più che una mappa è una guida turistica. Dovrebbero inventare un’applicazione, per poterla scaricare.

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