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Pantaloni Bracaloni fai da te

Creato il 16 agosto 2014 da Greenkika

Avete presente quei pantaloni che si vedono solo d’estate, incredibilmente larghi e colorati, che si trovano in ogni spiaggia, fiera o mercatino che si rispetti?
Ecco, oggi ce ne siamo creati un paio su un modello che già avevamo, e ci siamo divertiti un sacco!

Prima di tutto, una premessa, ovvero dei FLASH che scorrono nella mia mente mentre scrivo:
- la mia amica Neva che viene a casa mia con grandi fogli di carta velina e ricalca la forma di una mia maglietta particolare per replicarla con altre stoffe
- io che accolgo un nuovo pensiero: “Non tutto deve essere per forza comprato, ma può essere anche fatto!”
- io che vado a casa di Neva e la trovo tutta indaffarata alla sua macchina da cucire, spalleggiata da un manichino dalle misure variabili da cui pende un cappotto in progress, e mi stupisco di quante risorse e capacità abbia la mia bananella Neva
- Mama che, in un giorno di inverno, mi insegna passo passo come usare la sua macchina da cucire per editare insieme vecchi vestiti che non vogliamo buttare via
- Mama che scoperchia il suo regalo di un paio di Natali fa, gridando TADAN! ed è una macchina da cucire tutta per me, usata e rimessa a nuovo da un appassionato il quale ha insegnato a lei come usarla e lei a sua volta trasmette a me le informazioni
- io che dopo un anno senza averla usata, recupero gli appunti e faccio funzionare la macchina, cercando poi un pretesto ogni giorno per accenderla e inforcare i miei occhiali da cucito.

Detto questo, ecco che io e il mio innamorato ci siamo messi lì una sera, con un paio di pantaloni nepalesi verde scuro da una parte e un sacco di stoffa dall’altra, e in poche ore abbiamo sfornato due paia di pantaloni dello stesso formato e dal valore di gran lunga maggiore.

Abbiamo creato il cartamodello ricalcando le forme dei vari pezzi (anche se è più comodo smontarli, si riescono facilmente a ridisegnare), abbiamo scelto le stoffe, e tra piccoli incidenti di percorso, cuciture da smontare e rifare e qualche inevitabile difettuccio da principiante, abbiamo ricreato quei comodissimi, estivissimi e leggeri pantaloni nepalesi, a costo zero.
Zero perché la stoffa dei miei, azzurri, proveniva da una bellissima tenda vecchia di mia zia, e quella verde era un avanzo degli scambi di scampoli e fili che io e Mama facciamo periodicamente.
Chissà mai che, acquisendo la mano, io non possa replicare molti più capi e magari inventarne di nuovi. Chissà.

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