Una volta la panzanella era la cena estiva frugalissima dei contadini; veniva mangiata nel campo, all'imbrunire, prima del ritorno a casa per le ultime faccende della stalla. Poi è stata scoperta, quasi reinventata, dai cosiddetti gastronomi ed è diventata un piatto falso-rustico da mangiarsi con forchette d'argento, magari in abito da sera. E pensare che era già una ghiottoneria ai tempi del Bronzino il quale, nella sua ode alla cipolla, cantò i pregi straordinari della panzanella dicendo che "vince ogn'altro piacer di questa vita".
In Versilia, come in qualche zona del Pisano, col nome di panzanella s'intende la pasta lievitata da pane, salata, tagliata a strisce e fritta in olio d'oliva: questo, almeno, nella gastronomia locale classica. L'equivalente della panzanella fiorentino- senese di cui abbiamo ricordato gli ingredienti, nella campagna di Bagni di Casciana si chiama "Pan de' luci", cioè pane da tacchini, e senza ironie.