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Il bar che dice no ai video poker

Creato il 17 aprile 2015 da Allocco @allocco_info

Stando a una ricerca del 2014 di Sistema Gioco Italia, la federazione cui fanno capo gli operatori del settore gioco d’azzardo, sono 790mila gli italiani a rischio ludopatia: l’1,65% della popolazione, quindi, potrebbe finire nel tunnel della dipendenza.

Nel 2013, gli italiani, solo con le slot machine e le video lotterie, hanno speso 47,5 miliardi di euro e il gioco è una delle dipendenze che dilaga maggiormente per la facilità con cui è presente nella vita di tutti i giorni, ad esempio con i video pokernei bar (senza dimenticare gratta e vinci e prodotti simili).

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A Viareggio, nel lato mare di via Aurelia Nord, la proprietaria del “Why Not? Cafè”, Azzurra Cerri, ha deciso di rinunciare alle “macchinette” nel proprio locale e di sostituirle con una mini-biblioteca, preferendo vedere i clienti scambiarsi i libri e non perdere soldi e ore davanti a una slot machine…

“Quando mi rivolsi al concessionario mi fu spiegato chiaramente che se avessi chiesto la rimozione delle slot in anticipo rispetto alla scadenza del contratto, avrei dovuto pagare una penale di 1000 euro per ogni anno che mancava al termine naturale del rapporto (gli accordi vengono stipulati su base quinquennale)”, ha dichiarato Azzurra al Tirreno (Edizione Versilia). E ancora: “Era stato riscontrato che negli ultimi mesi le slot non avevano generato traffico e di conseguenza incassi. La Sisal mi disse che se avessi continuato a tenere inattive le slot sarebbero stati costretti a portarle via”.

Contattata da ilLibraio.it, Azzurra Cerri (nella foto in basso, ndr) spiega come l’iniziativa è stata accolta dai clienti del bar e quali sono state le reazioni e le novità dopo 4 mesi senza “macchinette”: “I clienti hanno accolto molto bene la novità, molti di loro mi hanno regalato libri, anche con dediche, da mettere nella libreria e sugli scaffali, addirittura chi era giocatore di macchinette mi ha portato libri. Tuttora persone colpite dal mio gesto vengono a vedere il bar o a farmi i complimenti per la mia scelta, e questo mi rende molto orgogliosa; lo spazio è piccolo come si può notare dalle foto, serve più come scambio con altri libri o per prenderne qualcuno in prestito”.

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Alla domanda “conosci qualche altro locale che ha deciso di imitare la tua idea, o sei stata contattata da qualche attività intenzionata a intraprendere la tua strada?”, risponde: “Non so di altri bar che hanno avuto la mia stessa idea; esistono bar letterari o comunque con libri all’interno, ma il fatto di togliere macchinette e rimpiazzarle con libri… non conosco nessuno!“.

Come coronamento del progetto del Why Not? Cafè” Azzurra ci confida:”Quest’inverno abbiamo iniziato un corso di scrittura creativa che si tiene all’interno del bar, penso che la decisione non poteva capitare in un momento migliore”.

di Rocco Gerace – da Il Libraio

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