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Paola Capriolo: No

Creato il 01 aprile 2014 da Martinaframmartino

Paola Capriolo: NoQuanto può essere forte una parola? Dipende dalla parola, da chi la dice, da quando la dice e da come la dice. A volte può avere una forza devastante.
No.
Si tratta di una parola semplice, ma che non è mai bello sentirsi dire. Che a volte non è facile dire, perché per abitudine, per quieto vivere, perché non vogliamo ferire qualcuno, preferiamo essere più accomodanti.
Uno dei no più potenti della storia lo ha detto Rosa Parks il 1 dicembre del 1955. Rosa era una donna come tante, istruzione media e un lavoro normale come sarta. Era anche una donna stanca delle continue sopraffazioni per il semplice fatto che la sua pelle era scura. Quel giorno Rosa, tornando a casa dal lavoro, si è seduta sull’autobus nell’unico posto libero che ha trovato, nella prima fila della zona “mista”. A Montgomery, come in molti altri paesi, le prime file dei posti a sedere negli autobus erano riservate ai bianchi, le ultime ai neri. In mezzo si poteva sedere chi voleva, anche se il regolamento specificava che se un bianco voleva sedersi in una di quelle file le persone di colore – e scrivere persone di colore è un anacronismo, erano ben altri gli epiteti usati all’epoca – dovevano liberare l’intera fila, quattro posti, in modo che il bianco non dovesse sopportare il disagio di viaggiare vicino a un nero. Dovevano, non era una scelta. E un bianco, anche se arrivato dopo, aveva la precedenza su quattro neri.
Quel giorno all’intimazione dell’autista di alzarsi Rosa ha detto no. Una parola semplice, anche se le conseguenze erano tutt’altro che trascurabili. Rosa è stata arrestata e ha subito un processo, perso in primo grado ma vinto nel 1956 grazie a una sentenza della Corte Suprema che decretava l’incostituzionalità della segregazione razziale sugli autobus.
La sua storia è stata narrata da Paola Capriolo nel libro No. Della Capriolo avevo già letto un bel po’ di anni fa Qualcosa nella notte. Storia di Gilgamesh, signore di Uruk, e dell’uomo selvatico cresciuto tra le gazzelle. Il libro, attualmente fuori catalogo, riprendeva la storia sumera di Gilgamesh in quella che è, al momento, la più antica opera epica conosciuta. Mi era piaciuto quel libro, la Capriolo ha un linguaggio poetico e delicato, attento alle piccole cose ma capace di allargarsi sugli orizzonti più grandi. Lo stesso stile si ritrova qui. Questa è la storia di Rosa Parks ma anche quella di una moltitudine di persone trattate spesso peggio degli animali per il solo fatto di avere la pelle scura. La storia di una ragazzina cresciuta sopportando continue sopraffazioni e quella di una donna che con il suo semplice essere ciò che era è riuscita a cambiare il mondo. Non che il cammino sia stato facile, o che lei lo abbia compiuto da sola, ma era un cammino che andava compiuto e che è giusto conoscere perché solo imparando dal passato possiamo evitare di ripetere certi errori.
Il libro è indicato per lettori a partire dai 12 anni, e secondo me è una di quelle letture che può far bene a tutti.



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