Il non ricordo di Borsellino
In molte città italiane oggi sarà ricordato Paolo Borsellino, ucciso dall’intreccio mafia-Stato nel triste attentato di via D’Amelio, esattamente vent’anni fa, ma sarà sopratutto Palermo al centro dell’attenzione con diversi eventi dedicati alla memoria del magistrato e degli agenti della sua scorta (leggi programma).
Anche la città di Licata ricorderà le vittime di quel 19 Luglio 1992, cancellando una manifestazione programmata già da diversi mesi dall’associazione “Vivere Licata“, che prevedeva l’intitolazione a Falcone e Borsellino di un cavalcavia cittadino, ma su cui, in questi giorni, l’amministrazione comunale ha deciso di cambiare idea, optando per Giorgio Almirante, fascista.
La parole usate dall’assessore alla toponomastica, Salvatore Avanzato, per sedare le fortissime polemiche sfiorano il ridicolo, dal momento in cui, in sostanza, afferma che già i due giudici godono dell’intitolazione di strade e centri sportivi, per cui non ha senso intitolargli anche questo cavalcavia, quindi visto che già è stato fatto molto contro la mafia, ricordiamo Almirante (politico brillante per pochi, fascista e razzista per la storia). Del resto, dall’amministrazione più ridicola d’Italia (basta vedere le numerose trasmissioni dedicate dalle principali reti nazionali al caso Graci), non ci si può certo aspettare iniziative brillanti, ma un po di buon senso si, e forse l’assessore Avanzato avrebbe fatto bene a tenere per se questa bizzarra idea, intitolare ad Almirante magari il giardino di casa sua se proprio doveva intitolargli qualcosa, e se proprio si è sentito di dire la sua, avrebbe potuto farlo quando l’associazione “Vivere Licata” ha iniziato a parlare dell’evento, almeno due mesi fa, perchè le polemiche odierne sono doverose e giustificate, peccato che l’aspetto più importante, ricordare Paolo Borsellino e gli agenti della scorta, rischi seriamente di passare in secondo piano.
Vorrei salutare l’assessore Avanzato e l’ex sindaco Biondi, reo anche lui di manie fasciste con l’intitolazione di un parcheggio ai martiri delle foibe con le seguenti parole:
” L’apologia del fascismo è un reato, che all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «faccia propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista» pure da chiunque «pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». E’ vietato perciò la ricostruzione del PNF e del Partito dei Nazionalsocialisti (ovvero quello Nazista). Ogni tipo di apologia è denunciabile con un arresto dai 18 mesi a 4 anni. “
Il 28 giugno 1972 la procura della Repubblica di Milano chiese alla Camera l’autorizzazione a procedere nei confronti di Giorgio Almirante, segretario del MSI-DN, per il reato di ricostituzione del disciolto partito fascista, la Camera concesse l’autorizzazione a procedere con 484 voti (tra cui il voto di Almirante stesso) contro 60. L’inchiesta fu successivamente trasferita a Roma e non fu mai portata a termine.
Le frasi scritte in corsivo sono tratte da wikipedia
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