Come la fiamma che si abbatte tra le canne e il fieno trasforma nella propria natura ciò che arde, così Paolo tutto invade e tutto trasporta alla verità, torrente che tutto raggiunge e che schianta gli ostacoli.
Come atleta che insieme lotta e corre e sferra pugni, come soldato che assedia le mura e combatte in campo aperto e guerreggia sulle navi, così Paolo usava ogni genere di battaglia, spirando fuoco…
Balzava in ogni luogo senza interruzione, accorreva presso gli uni, raggiungeva gli altri, assisteva questi e si affrettava da quelli, più veloce del vento.
Governava come fosse una sola casa o una sola nave il mondo intero, sollevando i sommersi, consolidando coloro che turbati cadevano, comandando ai marinai; seduto a poppa, teneva fisso lo sguardo a prua, tirava le funi, manovrava i remi, tendeva le vele con gli occhi che scrutavano il cielo, facendo tutto da solo, come nocchiero, prodiere,vela, nave.
E tutto per portare fuori dalla sventura tutti.
Giovanni Crisostomo (XXV Omelia dedicata alla Seconda Lettera ai Corinzi)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)