Gustosissime, com’è ovvio, le pagine “no”, che colpiscono soprattutto “la Milano di plastica, quella più appariscente, vistosa, rumorosa. La città delle griffe, del lifestyle, dello status symbol, della fuffa tutta forma e niente contenuto”. Alcuni esempi? La Settimana della Moda, la Milanesiana, i vernissage alla Triennale, il via vai in zona Duomo, le schicchissime via Montenapoleone e corso Como, certi locali e negozi, come Baci&Abbracci, Biffi, Dolce&Gabbana e tanti altri.
Celebrati nelle pagine “si”, invece, tutti gli elementi che secondo l’autore rendono Milano “una città malgrado tutto affascinante. Che nonostante il suo essere stramoderna, all’avanguardia, riesce a mantenere tante cose che rimandano ad un passato spesso dimenticato o semplicemente a stili di vita meno frenetici e più umani”. Come l’atmosfera, o la buona cucina, di alcuni locali – che l’autore indica con nome e indirizzo – o luoghi come il Castello Sforzesco, il quartiere Isola, o quell’angolo tra via Cappuccio e via Luini in cui si può ammirare nientemeno che una khatchkar, una lapide armena.
Ma la sezione più interessante è quella dedicata ai Protagonisti. L’autore promuove personaggi come Moni Ovadia, Vinicio Capossela, il graffitaro Marvin Crushler, Elio e le Storie Tese, ma anche i venditori dei mercati di zona e il vecchio milanese doc.
Il libro è stato presentato giovedì 27 gennaio alla Feltrinelli di Corso Buenos Aires, a Milano. Interventi dell’autore e di Gian Paolo Serino. Paolo Melissi è un napoletano emigrato a Milano nel 1995. Blogger, redattore della rivista Bookshop, collaboratore della rivista “Sul romanzo”, ha fondato il Kommando McDonald’s, gruppo di esploratori urbani che scoprono la città tramite la scrittura e la fotografia. Alla sua seconda pubblicazione, il suo primo libro è MetroMilano, edizioni Historica. (Nino Fricano)