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L’INTERVISTA Come nasce la tua passione musicale e come si è evoluta nel tempo? Da che io mi ricordi ho sempre orbitato intorno al mondo musicale. Quando ero piccolo trascorrevo giornate intere ad ascoltare musica di ogni genere. Pian, piano… mi resi conto di avere una voce discreta e di avere come una radio sempre in play nella mia testa che creava melodie interessanti. A quel punto iniziai a scrivere canzoni e a suonare uno strumento. Insomma, in poche parole questo percorso intrapreso con determinazione e tenacia mi ha portato a vedere oggi l’uscita di un album tutto mio. Il tuo album di esordio, “Don’t stop dreaming”, esce dopo un lungo periodo di gestazione: come si può spiegare questa lunga attesa? Principalmente perché non è stato solo un lavoro sull’album in sé e per sé, ma è stato anche un lavoro approfondito su di me, come artista, e sul mio sound. L’album è prodotto da Fernando Saunders: da dove nasce la vostra collaborazione? Incontrai Fernando anni fa dopo un suo concerto in un locale di Roma, il Big Mama. Lo conoscevo di fama per il suo eccellente lavoro con Lou Reed, Jeff Beck e quindi a fine serata, parlammo per un pò e gli lasciai del mio materiale. Tempo dopo mi contattò e mi disse che voleva produrre il mio progetto e quindi presi la chitarra e partii per la Repubblica Ceca dove lui attualmente risiede. Parlami del disco: quali le tematiche? È un disco che abbraccia cinque anni della mia esistenza e quindi ricopre parecchie tematiche. Sono orgoglioso del brano che ho dedicato a Neda, sono orgoglioso del brano “I wanna hold your hands” dove cito il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Tratta di sogni, speranze e amore e, sicuramente, è un album dove ci ho messo una bella fetta della mia anima dentro. Lo si può considerare un album concettuale? Sicuramente non è un concept album tipo Tommy o The Wall. È un album dove ci sono nove brani molto differenti tra loro che però sono uniti fortemente e chiaramente da un percorso omogeneo. Tra i tanti brani in lingua inglese si distingue l’italiana “Io re di me”: come spieghi le tue scelte in termini di espressività linguistica? “Io re di me” l’ho scritta perché fortemente voluta dal mio produttore. Mi disse “Ok, puoi scrivere e cantare in inglese, ora però voglio sentirti in italiano”. Il risultato è stato sorprendente perché la mia voce ha raggiunto sfumature inedite e ne sono rimasto davvero colpito. Insomma, la lingua è uno strumento per fare arrivare un messaggio… non mi incastro molto nel pensare in quale lingua andrò a scrivere, farei un brano in cinese se potessi! Il tuo status di cantautore mi spinge a chiederti che tipo di importanza dai alle liriche rispetto alla musica. Hanno pari importanza. Il testo è il personaggio del tuo racconto, la musica è il paesaggio in cui immergerai il tuo personaggio. Ci sono altri musicisti eccellenti che hanno collaborato alla realizzazione dell’album: me ne parli? Beh, tutti i musicisti presenti nell’album hanno davvero svolto un lavoro stupendo a mio modesto parere e li ringrazio di cuore dal primo all’ultimo. Certamente il più noto al pubblico è Kenny Aronoff, un musicista straordinario che ha creduto in me e nel mio progetto sin dal primo istante. Gliene sarò sempre grato. Esiste un tuo punto di riferimento musicale, un artista che è riuscito ad influenzare il tuo songwriting? Ho ascoltato così tanta di quella musica che è difficile rispondere a questa domanda. Credo che ogni artista ha preso spunto da qualcun altro e sicuramente anche io ho rubato a molti grandi musicisti del passato un “qualcosa”. L’importante è che poi quel “qualcosa” tu riesca a metterlo nel modo che ti appartiene nel tuo mondo musicale e nelle tue composizioni. Come pubblicizzerai il tuo lavoro? Sono previste date live? Si occupa della promozione dell’uscita del mio disco qui in Italia la Lunatik di Gian Paolo Giabini. Per quanto riguarda i live collaboro da qualche anno con la Grinding Halt Concerti e sicuramente organizzeremo un bel tour promozionale. Al momento presenterò il mio album il 15 Maggio a Palestrina e il 18 Maggio a Roma. Esprimi un desiderio musicale con… i piedi ben saldi per terra.
Continuare così come sto facendo da anni. Mi aspetto di costruire una carriera che duri nel tempo, ho scritto già più di 100 brani e sarebbe un peccato tenerli nel cassetto, non pensi anche tu?
PAOLO PREITE BIO Paolo Preite, classe 1985, è un musicista/cantautore di Roma. Inizia a comporre musica sin da giovanissimo ed il suo talento è stato riconosciuto da molti artisti di livello nazionale ed internazionale. Dopo essersi esibito in vari locali e radio italiane, nel 2014 parte per un tour di successo in Danimarca. Attualmente, dopo cinque anni di duro lavoro, si appresta a far uscire e promuovere il suo primo Album “Don’t stop dreaming” prodotto dal noto produttore e musicista americano Fernando Saunders. WWW.PAOLOPREITE.NET PaginaFacebook
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