Sembra l’attacco di una barzelletta.
Ci sono Veronese, Donato Creti e Pietro Damini che devono dipingere un quadro…
Il quadro è quello che passa da Briscardieu a Bordeaux, una casa d’aste dalla quale vorrei farmi assumere, per essere vicino ai miei luoghi di vacanza.
Eccolo (qui):
ATTRIBUÉ À DONATO CRETI (1671-1749)
Jeune homme en armure et collerette
Toile, 62 x 50 cm
Provenance : Vente WADDINGTON (USA) 12/11/2012, Lot 232 Attribué à Paolo Veronese (1528-1588).
Accompagné d’une lettre manuscrite de William Suida en date du 5 juillet 1945, attribuant le tableau à Paolo Véronèse et avec pour provenance: The Rodman Wanamaker Collection, Philadelphia (acquis de Dr. F. Aram, New York en1939); Puis Collection privée, Montreal en 1965
Quando ero giovane mi piaceva mettere insieme bibliografie completissime, andando a cercare riferimenti (inutili) in scrittori ottocenteschi privi di ogni cognizione storico-artistica.
E avevo il massimo rispetto per i grandi studiosi di inizio Novecento.
Poi, lavorando, mi sono passate per le mani mille expertise scritte dai titani della storia dell’arte del XX secolo.
Il mio rispetto ha cominciato a vacillare. Diciamo così.
Oggi faccio veramente fatica a prendere sul serio tanti Soloni, vecchi e nuovi.
Come posso leggere con attenzione un articolo di Wilhelm Suida, quando so che potrebbe pensare che il quadro Biscardieu sia di Veronese?
Poi Biscardieu ci mette del suo e lo sposta a Donato Creti, ugualmente incolpevole.
Visto che vale tutto, voglio partecipare anch’io a questo gioco, dove se sbagli non succede niente.
Io dico Pietro Damini.