”Anche Giovanni XXIII, all’inizio del suo pontificato – ha osservato Napolitano nell’articolo, anticipato sul sito sanfrancesco.org - sentì il bisogno, sempre nella stessa ricorrenza, di farsi pellegrino ad Assisi per affidare a San Francesco quell’evento straordinario e storicamente fecondo che stava allora per aprirsi, il Concilio Vaticano II. Entrambi i Pontefici hanno così sentito in modo particolare la necessità di testimoniare al mondo la via della fratellanza e della pace, in momenti diversi ma accomunati da un alto bisogno di comprensione tra gli uomini, tra le nazioni, tra le fedi, traendo ispirazione da un Santo che è stato un grande credente e un grande italiano”.
”L’Italia – ha proseguito il capo dello Stato – può essere orgogliosa di averlo come Patrono. Bene ha fatto il Parlamento a riconoscere, con la legge del 1958, integrata nel 2005, il 4 ottobre come ‘solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in onore dei Santi Patroni speciali d’Italia, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena”.
”Abbiamo bisogno in tutti i campi di apertura, di reciproco ascolto e comprensione, di dialogo, di avvicinamento e unità nella diversità. Abbiamo bisogno, cioè, dello Spirito di Assisi. Credo sia particolarmente opportuno che tutti gli italiani, credenti e non credenti, riscoprano lo straordinario messaggio testimoniato da San Francesco, che può aiutare ancora oggi ciascun uomo di buona volontà – ha concluso Napolitano – a riconoscersi in quei valori e a spendersi per il bene di tutti, quello del nostro Paese e del mondo intero”.