Nonostante l’elezione di un papa argentino, la Chiesa cattolica è in profonda crisi in America Latina dove, come riporta Foreign Affairs, la percentuale dei cattolici in Brasile si attesta al 65 per cento in base al censimento del 2010 con un calo del 25 per cento rispetto al 1970. Stessa situazione per i cattolici messicani che, dal 2000 al 2010, sono passati dall’88 all’83 per cento.
Negli Usa, come rileva Pew Research Center, circa un quarto (27 per cento) dei cattolici americani si considerava “forti cattolici” lo scorso anno, in calo di oltre 15 punti a partire dalla metà degli anni Ottanta.
Il declino dei cattolici è ancora più netto quando si confronta la situazione dei protestanti, la cui forza di identificazione religiosa è in aumento negli ultimi anni. Circa la metà (54 per cento) dei protestanti americani – il doppio della quota cattolica (27%) – hanno descritto come forte la loro peculiare identità religiosa, una delle percentuali più alte mai registrate.
La “forza” dell’identità religiosa è messa in relazione con un maggiore impegno religioso come la partecipazione a messe o ad eventi religiosi.
Nel corso degli ultimi quarant’anni la frequenza alla messa è scesa tra i cattolici “forti” e tra i cattolici in generale. La quota di tutti i cattolici che dicono di andare a Messa almeno una volta alla settimana è scesa dal 47 per cento nel 1974 al 24 nel 2012, tra i cattolici “forti” i cattolici la percentuale è scesa al 53 per cento dello scorso anno rispetto all’85 per cento del 1974.
Archiviato in:Chiesa, Secolarizzazione