Ieri abbiamo smontato le accuse principali che arrivano dall’ex guerrigliere marxista Horacio Verbitsky, dal passato decisamente torbido dato che era membro dell’organizzazione terroristica Montoneros e responsabile di un attacco armato all’edificio Libertador (marzo 1976), nel quale persero la vita diversi civili innocenti. Egli è stato associato anche all’assalto alla caserma di La Tablada nel 1989, che ha causato la morte di 39 persone e decine di feriti. Il terrorista -definito in questi giorni “povero bugiardo” dal perorista Julio Bárbaro- ha accusato di complicità Bergoglio con la dittatura argentina. Nessuna prova, nessun indizio è stato trovato in ogni caso -come ha riconosciuto lui stesso su Repubblica-, è emersa solo la testimonianza dell’argentino premio Nobel per la pace, Adolfo Pérez Esquivel alla BBC: «Ci sono stati vescovi che erano complici della dittatura in Argentina, ma non Bergoglio». E’ intervenuta anche l’ex membro della Commissione Nazionale sui desaparecidos (CONADEP), creata dopo il ritorno alla democrazia, Graciela Fernández Meijide, che ha detto: «non esistono prove per collegare Bergoglio in collaborazione con la dittatura. Per niente. So invece che ha aiutato molta gente a lasciare il paese, sono sorpresa di alcuni commenti che tradiscono una visione cospirativa».
Un’altra accusa gira frenetica sul web, ovvero una citazione di Bergoglio contro le donne. Quand’era arcivescovo di Buenos Aires, avrebbe detto: «Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L’ordine naturale ed i fatti ci insegnano che l’uomo è un uomo politico per eccellenza, le Scritture ci mostrano che le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell’uomo, ma niente più di questo». E’ tutto falso, è un’ennesima bufala laicista. La frase viene riportata quasi sempre senza fonte, tranne in pochi casi in cui vi è scritto “Buenos Aires, 4 de junio 2007 (Télam)”. Télam è la più grande agenzia di stampa argentina, peccato che se si fa una ricerca nell’archivio di Télam, relativa agli articoli del 4 giugno 2007, non si trova nulla. Neppure se si immette nel motore di ricerca interno la presunta frase detta da Bergoglio (ovviamente in spagnolo, chiunque può provare).
Questo perché la bufala è nata nel 2007 quando Cristina Kirchner è stata candidata alla presidenza dell’Argentina. La citazione è stata inventata dal nulla ed è stata scritta per la prima volta su “Yahoo Answers” da un argentino con il nickname “Bumper Crop”, che ovviamente non ha citato alcun link. Lo scopo, è spiegato sui siti argentini, era inventare un attacco del cardinale Bergoglio alla Kirchner. Inoltre, la frase contraddice completamente la nota amicizia e l’ammirazione del pontefice per molte donne argentine che hanno ricoperto cariche politiche e che si sono con lui congratulate dopo la sua elezione a Pontefice. Una sua grande sostenitrice, ad esempio, è l’attivista per i diritti umani, Alicia Oliveira, salvata da lui dalla dittatura argentina, che ha raccontato di aver ricevuto da lui un mazzo di rose quando è stata licenziata dal ruolo di giudice della Corte suprema da parte del governo dittatoriale, mostrando in questo modo il suo totale sostegno.
Infine: una ricerca approfondita su Google, spiegano i siti web anti-bufale, dimostra che prima di 13 marzo 2013 non vi è traccia di tali dichiarazioni in rete, tranne che, appunto, su Yahoo Answers. Questo è assurdo: se davvero i media argentini (o internazionali) avessero ricevuto dall’agenzia Télem (o da qualsiasi altra fonte attendibile) le dichiarazioni misogine dell’arcivescono di Buenos Aires, certamente le avrebbero pubblicate, montando, giustamente, uno scandalo. Questa è la prova definitiva. In queste ore, fortunatamente, anche qualche quotidiano importante comincia a riportare la verità, ma come sempre la risposta è troppo lenta rispetto alla diffusione della bufala diffamante. Alcuni politici del Costa Rica, per esempio, hanno già parlato ufficialmente di Papa misogino.
Tornando alle altre false accuse, quelle di complicità con la dittatura argentina di papa Bergoglio, un’ottima continuazione e approfondimento del nostro articolo è stata realizzata, oltre che da Avvenire, anche da Massimo Introvigne su La Nuova Bussola Quotidiana, dove ha spiegato che il caso, nonostante gli sforzi di questi giorni, è praticamente chiuso. La ricostruzione di Verbitsky è fantasiosa, soprattutto perché descrive un mondo bianco o nero, mentre la storia è ben più complessa: c’era davvero un pericolo di una deriva comunista, come a Cuba, e nei primi mesi della dittatura era diffusa l’idea che i militari potessero mettere ordine e dare ossigeno a un’economia moribonda, lo pensavano anche esponenti della sinistra politica argentina e anche numerosi esponenti cattolici, laici e religiosi. Poi le cose non andarono così, ma, nessuno poteva prevederlo. Quando poi le cose furono chiare, così come è avvenuto durante il nazismo, un aiuto silenzioso è stato preferito a parole di pubblica condanna della dittatura, che -come ha spiegato Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera- «del resto non sarebbero state possibili se non a prezzo della vita», e oltretutto avrebbero certamente avuto come risultato un incremento reazionario di violenze, anche contro gli stessi cattolici.
Simone F.