Vanity Fair sceglie il suo uomo dell’anno, anche se siamo ancora a luglio, e incorona Papa Francesco simbolo di un 2013 che sta portando grandi cambiamenti all’interno della chiesa e nel cuore della gente. Nei pochi mesi del suo pontificato, iniziato lo scorso 13 marzo, Bergoglio è stato capace di calarsi nella realtà concreta e di parlare lo stesso linguaggio semplice delle persone comuni, senza giri di parole e con una forza che ha colpito anche i non credenti.
E così Vanity Fair ha dedicato la copertina del numero del 10 luglio proprio a Papa Francesco. Decisivo il viaggio a Lampedusa, in cui ha dimostrato con i fatti le sue parole «Siate pastori con l’odore delle pecore». Ma anche altre frasi hanno colpito l’opinione pubblica, come il suo famoso «San Pietro non aveva un conto in banca», oltre ai gesti che si sono rivelati più pesanti di macigni. I suoi primi cento giorni lo hanno già messo in testa alla classifica dei leader mondiali che fanno la storia. Ma la rivoluzione continua.
Nel numero di Vanity Fair cinque testimonianze esclusive. Elton John dice che «Francesco è un miracolo di umiltà nell’era della vanità. Spero che sappia far arrivare il suo messaggio anche oltre, fino ai più emarginati della società, fino a quelle comunità che, in questo momento delle loro vite, hanno disperatamente bisogno del suo amore. Penso, per esempio, agli omosessuali. Questo Papa sembra voler riportare la Chiesa agli antichi valori di Cristo e, al tempo stesso, accompagnarla nel Ventunesimo secolo. Se saprà raggiungere e toccare i bambini, le donne, gli uomini che convivono con l’Hiv e con l’Aids – spesso soli, e nascosti dal silenzio –, il suo faro di speranza porterà più luce di qualsiasi progresso della scienza, perché nessun farmaco ha il potere dell’amore».
Erri De Luca esprime parole di ammirazione: «Francesco Papa del Sud non si fa accompagnare da nessuna autorità del Nord, che non ha creduto finora suo dovere accorrere sul posto. Francesco va col suo panno bianco che svolazza al vento come un fazzoletto di saluto. Va dove le vite dei naufraghi hanno ricevuto l’accoglienza del filo spinato. Prima di Lampedusa ha cominciato a mettere mano chirurgica sui due bubboni lasciati gonfi dal predecessore, la pedofilia protetta e la finanza losca. Ha di fatto svuotato la potente segreteria di Stato, retta dal cardinale Bertone, sottoponendola a silenziatore». E ancora Andrea Bocelli: «Papa Francesco è veramente un dono di Dio alla sua Chiesa tormentata e piegata dalle forze del male, che concentrano tutti i loro sforzi proprio là dove si trova quella sorgente di vita spirituale che è fonte, per gli uomini, di luce e di speranza».
La scrittrice Dacia Maraini racconta a Vanity Fair che «anche le donne si aspettano molto da lui. E il mondo delle donne della Chiesa è vastissimo. Ma direi che anche le donne fuori della Chiesa si aspettano maggiore rispetto per i loro diritti, e comprensione per le loro richieste (…) Come ammiratrice di San Francesco, suo modello e ispiratore, vorrei ricordare al Papa che nel primo progetto del santo c’erano dentro anche le donne, che avrebbero predicato assieme agli uomini (…) Dio è anche donna, no? Chi l’ha detto, se non un altro Papa che Francesco si accinge a santificare? Non sarebbe il caso di aprire le porte alle tante intelligenze femminili che proliferano nella Chiesa? Non sarebbe il caso, come diceva San Francesco, di stabilire che il genere umano è fatto di persone che hanno pari sacralità e pari dignità? E che ogni discriminazione è stupida e indegna dei discepoli di Cristo?».
Infine Giorgio Faletti: «Jorge Mario Bergoglio mi è sembrato da subito un grande comunicatore, una persona dal viso che ispira quella bontà che il rappresentante dei Cattolici nel mondo deve ispirare, un uomo che ha le qualità per mettere riparo con la sua figura a tutti gli scandali che recentemente hanno un poco incrinato l’immagine del Vaticano e di quello che rappresenta».