Papa Francesco nello Sri Lanka : parole su cui riflettere

Creato il 18 gennaio 2015 da Marianna06

 

Papa Francesco esordisce, a Colombo, nel suo discorso d’apertura, nel corso della prima giornata di permanenza, dinanzi ai rappresentanti delle diverse religioni, convenuti per l’occasione nel palazzo presidenziale, nonché allo stesso presidente, e ricorda ai presenti tutti che le credenze religiose non devono assolutamente mai essere strumentalizzate per fini politici  e generare, come purtroppo accade nella realtà, violenze gratuite e guerre assurde.

Così come non devono essere motivo di divisioni  le diverse appartenenze etniche.

Lo ricorda, in una terra, l’isola di Ceylon, oggi Repubblica dello Sri Lanka, che ha visto addirittura fino all’anno 2009 la contrapposizione feroce tra buddisti e induisti.

E il neo-eletto presidente Maithripala Sirisena, di rimando rassicura il Papa che suo impegno prioritario sarà proprio quello di favorire il dialogo e la riconciliazione, che ritiene strumenti indispensabili,  oggi, per garantire la  pace nel suo Paese e con i popoli vicini.

Infatti il rovello del pontefice e la cifra specifica di questo viaggio pastorale (l’aggettivo “pastorale” Papa Francesco, infatti, lo sottolinea fino da subito ai giornalisti al suo seguito), è quello dell’urgenza che il mondo tutto ritrovi e/o consolidi la pace  per fare piazza pulita di timori e di paure infondate in merito alle differenze, che generano solo  contrapposizioni e allontanano dalle genti quello spirito di fratellanza necessario.

Spirito che è indispensabile, invece, per camminare in un mondo che certo non promette gaudio permanente a ogni passo e che, proprio per questo, va vissuto nel rispetto reciproco e nell’accettazione dell’altro.

Un altro, ricco o povero, sano o ammalato, felice o infelice che sia, con cui, anche se di differente provenienza e cultura, io impari a saper convivere in quanto egli,  è uomo come me.

E più tardi, in serata, nell’incontro particolare con i rappresentanti delle differenti religioni presenti nell’isola, nella sala del Banadaranaike Memorial Hall, ancora una volta ribadisce, ritornando sul tema, l’importanza dell’unità in contrapposizione alla conflittualità, ossia a quello germe malevolo che corteggia, insinuandosi abilmente, la mente e il cuore di chi concepisce la gestione del potere solo come sopraffazione e asservimento degli altri.

La concordia tra fedeli di confessioni religiose diverse, assieme all’unità della  famiglia (altro tema molto caro a Papa Francesco),in uno Sri Lanka, che ha conosciuto in merito momenti difficili come le guerre intestine (cingalesi buddisti e tamil induisti),deve rappresentare un baluardo forte contro possibili fondamentalismi. Perciò da qui la necessità di tenere sempre alta la guardia.

La Chiesa cattolica – ha ancora ricordato- il Papa con il Concilio Vaticano II,nel documento “Nostra aetate, 2” ha dichiarato espressamente che “nulla rigetta di quanto è vero e santo in religioni come il buddismo, l’induismo e l’islamismo. Essa considera con sincero rispetto [quei] modi di agire e di vivere,[quei] precetti e [quelle] dottrine.”.E subito dopo ha parlato di collaborazione. Ovvero lavorare insieme per il buon esito. Cioè per la pace delle genti.

Una collaborazione interreligiosa ed ecumenica a tutto tondo.

                         Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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