Papa Francesco 'scomunica' Charlie Hebdo!

Creato il 15 gennaio 2015 da Freeskipper
Nei sanguinosi fatti di Parigi c’è chi ha visto soltanto un attentato alla libertà di satira. Ma proviamo a cambiare prospettiva. Oggi, giustamente, non si può fare una vignetta che sia antisemita, omofoba o razzista, ma non ci si fa nessuno scrupolo ad offendere i sentimenti religiosi dei credenti. Di tutti i credenti, ebrei, cristiani, musulmani, buddisti, ecc, ecc. Ma quando la libertà di espressione e anche quella di satira si trasformano in libertà di offendere, allora non è più accettabile! E se è vero che non si può uccidere in nome di un Dio e altrettanto vero che bisogna rispettare i credi religiosi di tutti. "È una aberrazione uccidere in nome di Dio" ma "non si può insultare la fede degli altri". Con queste parole, pronunciate a bordo dell’aereo diretto nelle Filippine e riferite da Radio Vaticana, Papa Francesco interviene sull’azione dei terroristi islamici a Parigi contro Charlie Hebdo. "Non si può prendere in giro la fede", avverte il Papa. "C’è un limite, quello della dignità di ogni religione". Per Bergoglio, sia la libertà di espressione che quello di una fede a non essere ridicolizzata "sono due diritti umani fondamentali". Alla domanda di un cronista francese che gli chiedeva "fino a che punto si può andare con la libertà di espressione", il Pontefice ha chiarito: "sì alla libera espressione, ma se il mio amico dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno".
Questo il limite che secondo il Papa regola la libertà religiosa: "Non si 'giocattolizza' la religione degli altri", dice Bergoglio. Francesco ha poi ricordato che la "libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere". Neppure, dice il Papa, "si offende la religione", ma in questo caso "non si reagisce con violenza". Poi ha spiegato, "senza mancare di rispetto a nessuno" che "dietro ogni attentato suicida c'è uno squilibrio, non so se mentale, ma certamente umano, c'è qualcosa che non va nelle persone, nel senso che danno alla propria vita e a quella degli altri. Sì, il kamikaze dà la propria vita, ma non la dà bene, i missionari per esempio danno la propria vita ma per costruire, quando si dà la vita per distruggere c'è qualcosa che non va".

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