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Paperman - Quando un capolavoro si riconosce “al volo”

Creato il 04 marzo 2013 da Harimag

Paperman - Quando un capolavoro si riconosce “al volo”

 

Sono passati pochi mesi da quando i bambini andati al cinema a vedere “Ralph Spaccatutto” furono in anteprima ammaliati dalla dolcezza del nuovo corto firmato Walt Disney, ed è passato ancor meno tempo da quando la stessa casa produttrice dei più grandi film di animazione ha deciso di diffondere il corto sul web.

Si tratta di “Paperman”, la storia diretta da John Kahrs (lo stesso di Toy story 2, Monsters & co. e Gli Incredibili) e prodotta da Kristina Reed in modo così magistrale da ritenere impossibile un risultato migliore!

Il corto, ambientato nella Manhattan del 1940, descrive la storia di George (un giovane impiegato) ed il suo “magico” incontro con Meg, una ragazza sconosciuta di cui si innamora perdutamente. Il resto potrete vederlo da voi:

 

 

 

 

Sotto il punto di vista grafico, è importante porre l’attenzione sulle tecniche utilizzate per trasmettere il messaggio in modo ottimale. Se volessimo essere cinici, ci troveremmo davanti all’ennesimo “stile Disney” che riconosciamo nel tratto e nello stile dei personaggi, nelle espressioni ed anche nella surrealità delle vie per trasmettere un messaggio fin troppo utilizzato dalla casa di produzione.

 

Ma cosa ce ne facciamo del cinismo quando abbiamo la possibilità di poter sognare? In questo mondo ormai traviato dalla superficialità, un tuffo all’essenza ed alla genuinità della vita è necessario e ci riporta a fantasticare. Ritengo geniale l’idea di un corto ideato totalmente in bianco e nero... se non per lo stampo del rossetto sul foglio di George (motore della storia). Sembra ci sia poco su cui riflettere; la storia è quella, ben definita... e sarà forse per questo motivo che ha vinto il premio oscar come miglior cortometraggio di animazione dell’anno!

 

Poche altre parole per descrivere questo capolavoro. Il messaggio è chiaro: “quando si incontra l’amore, in un modo o nell’altro si è destinati a ritrovarsi”.

 

Roberto Retto.

 


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