Secondo quanto riporta l'IRIN, l'emendamento avrà un grave impatto sui diritti alla terra, alle foreste ancestrali e a un ambiente sano di circa sei milioni di persone. Infatti fino ad oggi, le comunità tribali avevano il potere di proteggere i propri diritti consuetudinari di proteggere o chiedere risarcimenti in caso di danno ambientale. Con la nuova legge, hanno perduto questi diritti.
I gruppi indigeni della Papua Nuova Guinea hanno alle spalle una lunga battaglia per la difesa delle proprie foreste e dell'ambiente. Alla fine degli anni novanta numerose persone sono morte mentre si battevano contro le attività minerarie dell'industria del rame Freeport-Rio Tinto a Bougainville e Ok Tedi. Secondo alcune stime, oltre 5.000 persone poi perso la vita in quell'occasione.
Le comunità indigene si sono battute anche contro le compagnie del legno che distruggevano le loro foreste. Intanto una nuova industria si è affacciata sulle foreste della Papua Nuova Guinea: le piantagioni su vasta scala di palma da olio, promosse da prestiti della Banca Mondiale, hanno visto una rapida espansione ai danni delle terre comunitarie e dell'agricoltura di sussistenza.
L'abbandono dell'agricoltura di sussistenza e la concentrazione della proprietà delle terre rischiano di portare con sé, parallelamente alla distruzione della foresta (e alle conseguenti emissioni di gas serra), una lunga scia di miseria, perdita di sovranità alimentare per le comunità locali. La Papua Nuova Guinea ospita una delle ultime grandi foreste pluviali del pianeta. Si stima che circa 1.000 gruppi industriali hanno avviato piani di investimento nei 50 paesi in Asia, Oceania, Africa e America Latina.