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Parabita: “Un jardin… y es una bella joya”

Creato il 06 maggio 2011 da Cultura Salentina

di Paolo Vincenti

Parabita: “Un jardin… y es una bella joya”

Parabita: “un jardin…y es una bella joya” è il titolo di una pubblicazione della Pro Loco di Parabita, edita nel 2005-2006.  Questa pubblicazione nasce nel 1976, con il titolo A Parabita Due notti d’estate ed è legata alla Sagra dell’Anguria che per quasi trent’anni si è immancabilmente tenuta a Parabita in agosto, organizzata dalla locale Pro Loco. Accanto alla sagra, appuntamento molto atteso in passato, la Pro Loco organizzava la MarciaLonga, cioè una gara podistica che si svolgeva fra le strade del centro storico di Parabita. Nell’associazione culturale parabitana, intitolata al notaio Giovanni Vinci, la vera anima della Pro Loco è  lo studioso Mario Cala, autore di moltissime pubblicazioni di storia parabitana.

A partire dal 1976, la Pro Loco ha dato un contributo fondamentale alla crescita culturale del paese, ospitando molte poesie in vernacolo di autori parabitani, sia del presente, come Rocco Cataldi, grande e stimato maestro recentemente scomparso, Josè Amaz Greco, Sebastiano Cataldo, Elio Marra e Tommaso Ravenna, che del passato, come Francesco (Don Checco) Leopizzi, Cumpare Turiddu alias Felice Serino, Rocco Marzano (Patrichetta), Salvatore Seclì,ed altri.

Nel corso degli anni, ci sono stati contributi sulle origini di Parabita e sulle sue bellezze artistiche, soprattutto ad opera di Mario Cala, sulla Madonna della Coltura, sul Convento degli Alcantarini, sui concittadini illustri, come Antonino Lenio Salentino, poeta del 1500, di cui vennero anche pubblicati, da Ettore Garzia, in traduzione, alcuni epigrammi latini,  il pittore Enrico Giannelli, l’architetto Napoleone Pagliarulo, progettista della Basilica della Madonna della Coltura, i Fratelli De Jatta, illustri e sfortunati ospiti nella Parabita di fine ‘800, ricordati da Mario Cala, Alfredo De Gregorio, insigne giurista parabitano del secolo scorso, ricordato da Aldo D’Antico; inoltre, notizie  su “L’Alba, Corriere di Parabita”,  pubblicato fra il 1894 e il 1895, la cui eredità oggi è stata raccolta da NuovAlba, rivista diretta da Ortensio Seclì e Guido Pisanello; a  Mario Cala si deve anche il resoconto di una intricata storia d’amore di cui furono protagonisti, nel Settecento, alcuni appartenenti alla potente famiglia Ferrari.  Sulla rivista annuale di cultura parabitana, hanno scritto: Aldo D’Antico e Franca Capoti, Aldo de Bernart, Ettore Garzia, primo ed indimenticabile presidente della Pro Loco, Ortensio Seclì, Gianpiero Pisanello, Giovanni Seclì, don Cosimo Barone, ecc.

In un bel numero del 2006, il cui titolo è tratto da una informazione fiscale del 1530, ad opera di Troiano Carafa (il quale definiva Parabita “una bella gioia”  per la fertilità delle sue terre e per la sua agiatezza),  troviamo  un commosso ricordo di Rocco Cataldi, da parte dell’amico Mario Bracci. Bracci, il quale, per conto dell’Adovos di Parabita, ha curato il commento delle poesie di Rocco Cataldi nell’ultimo lavoro, postumo, del maestro, Mirando al cuore, ricorda come Cataldi non sia mai mancato sulla rivista a partire dal primo numero, del 1976, aperto proprio dalla poesia “Parabbita”, una delle più importanti del Cataldi, seguita da “La friseddhra” e da “Li minchiareddhri”. La Pro Loco ha anche istituito il “Premio Bavota Totò Coi”, intitolato ad un caro amico e collaboratore scomparso, e la prima edizione del premio, nel 1999, venne assegnata, per la poesia, proprio a Rocco Cataldi. Carmine Ria parla dei Messapi e dell’antica Bavota , Aldo De Bernart, de  “La notte del 24 luglio 1555”, Marcella Provenzano delle torri di avvistamento, “sentinelle di pietra” presenti sulle nostre coste salentine. Mario Cala si occupa dell’ “Apprezzo della Terra di Parabita”, del 1678, redatto a Napoli dal Tabulario Reale Domenico Antonio Sabatino, dopo aver visitato Parabita: documento preziosissimo, di cui ha trattato per la prima volta Aldo De Bernart nella sua monografia su Parabita presente in “Paesi e figure del vecchio Salento”, pubblicazione della Banca Popolare Pugliese, edita da Congedo nel 1980, che è ormai un “cult”, imprescindibile punto di riferimento negli studi salentini. Ortensio Seclì si occupa, nel suo scritto, di Parabita nel Seicento; Franca Capoti, del Settecento a Parabita e de “u zozzu a ‘mmenzu a chiazza”, vale a dire l’albero della libertà, piantato, in seguito alla Rivoluzione Partenopea del 1799, nella piazza di Parabita; Aldo D’Antico si occupa dello stato delle campagne nel 1855 a Parabita, e, per completare il quadro storico con il secolo appena trascorso, Daniele Greco parla del  1° Congresso Eucaristico della Diocesi di Nardò, tenutosi nel 1937 a Parabita, con straordinaria affluenza di prelati e fedeli da ogni parte della provincia. Padre Giovanni Distante o.p., fondatore del “Centro Studi  de la Cutura”, nella qualità di Superiore della Comunità dei Frati Domenicani e Rettore della Basilica della Madonna della Coltura in Parabita, nel 2005 è stato eletto Priore provinciale dell’Ordine Domenicano e la rivista pubblica la sua presentazione, “Salento Domenicano”, al volume di Padre Carlo Longo o.p.,  I Domenicani nel Salento Meridionale. Secoli XIV-XIX (Galatina 2005).

Troviamo, poi, immagini delle edizioni del “Premio Totò Coi” del 2001, quando sono stati premiati Ennio Bonea per la promozione culturale, Enzo Fasano, per l’arte nella tarsia, e il Centro di Solidarietà Madonna della Coltura, nella persona della presidente Anna Piccinno, per l’impegno nel sociale. Nel 2002, il Premio è stato assegnato ad Ettore Garzia, alla memoria, all’Istituto D’Arte Enrico Giannelli, per la cultura artistica, e all’allora Presidente della Camera di Commercio, Sergio D’Oria, per l’economia.

Compaiono poesie di Luigi Maragliulo, Cesare Giannelli, Luigi Marsella, Sebastiano Cataldo, Tommaso Ravenna e Tano. Un appuntamento imperdibile, quello con l’annuale pubblicazione della Pro Loco (che pure, nell’ultimo decennio, ha mancato qualche uscita), che ci dà il polso di una realtà, quella parabitana,  sempre in fermento dal punto di vista culturale, a differenza di molti altri paesi del nostro Salento, fermi in una immobilità senza soluzione.


Già pubblicato su “Città Magazine” 12-18 maggio 2006 e poi in “Di Parabita e di Parabitani” di Paolo Vincenti, Il Laboratorio Editore, 2008.


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