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LETTERA DI UNA PICCOLA AZIENDA DELL'EDILIZIA ITALIANA AL BLOG COPII
Un caro saluto a tutti. Come potremmo descrivere il quadro economico attuale? Come potremo sintetizzare la situazione di operatività politica italiana? In uno scenario ove le pmi italiane non vengono assolutamente rappresentate, se non da camere di commercio-farsa con presidenti-comparse e politici partitici resi impotenti dal loro stesso stato di eletti, fa piacere finalmente cogliere le iniziative di rete come questa, uniche espressioni di democrazia reale. Urgono misure correttive della suddetta situazione di fatto. La nostra classe di PI dell’edilizia è stata in particolare colpita dall’impossibilità di accesso al prestito creato dal marketing bancario creato ad arte per favorire i grandi gruppi a danno dei piccoli-medi imrenditori.
Ciò ha causato l’enorme parco di immobili invenduti attuali e larovina di molte imprese italiane, nonchè, cosa più grave il blocco dell’indotto e delle imprese collegate che, invero, sono molteplici.
Un ulteriore spinta al crollo delle PI edili lo ha poi dato l’attuale giustizialismo insensato che sforna quotidianamente sentenze schiaccianti contro piccoli imprenditori edili pressochè innocenti e contemporaneamente scagionanti i grandi produttori, favorendo un insano malcostume della contestazione selvaggia che pare voglia favorire tout cour l’investitore immobiliare privato a danno dei piccoli operatori, meri esecutori dei progetti fatti da professionisti anch’essi mai responsabili.
Infine, sussiste una mancanza di prospettive causata da un assenza di attività politica reale, scippata da questo governo tecnico mero revisore dei conti europei e garante dei progetti infrastrutturali europei quali le tav, che non servono a noi ma agli europei nordici stessi, che vogliono ulteriormente bypassare gli aereoporti italiani raggiungendo il mare delle le dorsali adriatiche e tirreniche con facilità favorendo ulteriormente la conquista del nostro territorio che prevede l’insediamento selvaggio di grandi gruppi e poteri forti europei nella gestione di tutte le attività commerciali e turistiche italiane, anch’esse attualmente rappresentate nella prevalenza da PI spesso a conduzione familiare, che verranno così scippati delle loro proprietà e attività e trasformati in dipendenti indigeni locali (zi buana).
Se si deve fare un piano, quindi, si deve partire da questa tipo di analisi paradigmatica, opportunamente integrata dalle esperienze di tutti, ma seguendo questa chiave di lettura dei fatti contingenti ed europei.
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