Una striscia verde e turchese, acqua di trasparenza assoluta, portata costante durante l’anno, nasce da tre sorgenti e per affioramento; 10 gradi, mille bollicine che salgono a galla, l’acqua respira, i polmoni un tappeto sommerso di cespugli a foglia verde: si chiama sedanina, sa di sedano e carote, tinge il fiume di verde intrecciandosi con fondali sabbiosi color acquamarina.
Siamo sul Tirino, il fiume – dicono – più pulito d’Europa, fra il parco del Gran Sasso e la Maiella, Abruzzo montuoso a due passi dal mare.
Qui è l’habitat di folaghe, gallinelle d’acqua, tuffetti – uccellini che nuotano come pesci; e poi castorini alti quanto un palmo di mano, gamberi notturni ripopolati di recente e le trote di Bussi – le famose trote di Bussi, precisano gli abruzzesi- unico pesce capace di vivere in acque con tutto questo ossigeno.
Il Tirino, un tempo luogo di mercati sull’acqua – nei dintorni, campi e orti – e all’epoca del Medici snodo nella via della lana, dove i pastori calavano dai monti coi greggi a tosare le pecore e bagnare la lana (è qui che dalle città i messi delle famiglie importanti venivano a scegliere la materia prima migliore), il Tirino ora è un nastro verde e turchese in una terra che troppo pochi conoscono.
Grazie a una manciata di ragazzi riuniti in cooperativa, ci si naviga in canoa. Due passeggeri e una guida, si pagaia contro corrente, il fiume che espira, gli animali silenziosi fra le canne e sotto i salici, si potrebbero contare le foglie sommerse e i grani di sabbia sotto la lente di quest’acqua specchiata.
Poi il bagno nell’ansa del fiume. Immergersi fino alle ginocchia provoca un dolore acuto che solo la bellezza incontaminata spinge a sopportare. Pochi minuti, il cuore in gola, dieci gradi, la pelle tutta rossa poi la voglia di non resisterle; un tuffo in direzione della corrente, tanti metri in un attimo e poi fuori, con la pelle che respira ossigenata come il Tirino.
Il ritorno si fa in silenzio, niente pagaie, solo la corrente. Stare in silenzio con estranei è un esercizio di fiducia. Nel vuoto di parole escono i pensieri, sembra che facciano rumore, che scappino impudichi, qualcuno potrà sentirli? Non c’è niente di più difficile del silenzio, ma se ti ci immergi è il trionfo dei sensi: senti il profumo delle piante sull’acqua, lo sciabordio della canoa, piccoli animali si rivelano dove prima, parlando, non li avevi notati, il sapore di un gambo di sedanina da rosicchiare e l’acqua croccante sotto le mani.
La gita in canoa sul Tirino è proposta dal Centro il Bosso di Bussi, che d’inverno fa educazione ambientale nelle scuole e d’estate gite in canoa (anche al chiaro di luna) o in bici lungo il fiume e visite al centro del Lupo a Popoli. Lo chiamano turismo esperienziale, non saprei come definirlo meglio. Da provare assolutamente!
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Scritto da: Francesca Magni
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