Magazine Per Lei

Parallele

Creato il 23 giugno 2011 da Phoebe1976 @phoebe1976
 

ParalleleE ci son quei giorni che son così, ti sembra di non avere tempo per nulla e gli impegni pressano. Al lavoro tutti vogliono qualcosa da te, ci sono mille e uno casini a cui solo tu puoi pensare e l’aria condizionata è rotta. Ed è il giorno più caldo dell’anno.
Giorni in cui non ne puoi più, in cui ti senti molto impegnata e non vedi l’ora di una vacanza, ma anche solo di stendere le gambe sul divano.
Giorni in cui incastrare con scioltezza lavoro, famiglia, spesa, gatto, amici, telefonino, ancora lavoro e poi ancora famiglia e innaffiare i fiori che sono in punto di morte non si può, non ci si riesce. Una tessera del puzzle finisce immancabilmente sotto il divano e finirà lì dimenticato fino alle prossime pulizie di primavera.
Alla fine di quei giorni così, ti senti frullata.
Stanca.
Alienata dal mondo reale.
Finita.
 
Ma la vita ti riporta alla realtà in un attimo.
Con un frullare di ali.
E una persona che avevi vicina, all’improvviso non c’è più.
Non un amico, né un parente. Una di quelle persone che ti cammina vicino, un giorno dopo l’altro; con cui scambi un sorriso e tre parole alla macchinetta del caffè, incroci in corridoio e ci scambi una battuta. E all’improvviso non c’è più, ha terminato la sua lotta e tu non sapevi nemmeno che fosse peggiorato. Male sì, ma non così.
Perché tu pensavi sarebbe andato tutto bene. Che il suo sorriso sarebbe ricomparso presto per i corridoi.
E invece no.
E per lo shock ti sei dovuta sedere e concentrarti per non piangere. Per essere forte.
E ti sei ritrovata a pensare che avresti voluto conoscerlo meglio, parlarci di più. Riderci ancora una volta insieme.
Vederlo guarito e scordarti di com’era fragile l’ultima volta che era venuto in ufficio.
Quanto sappiamo davvero delle persone che abbiamo vicino, quanto le conosciamo davvero?
Dove finisce il rapporto di cortese civiltà e convivenza e inizia l’indifferenza della fretta?
 
Basta poco, basta un passo.
E la vita ti riporta alla sua idea di normalità.
E tu non puoi che star lì, a raccontarti che da domani sarà diverso, che prenderai la vita con uno spirito diverso perché vaffanculo al mondo.
Ma lo sai già di parlare coi sottotitoli della retorica. Che non sarà così, che tornerai a fare l’equilibrista ed incazzarti per l’ufficio pubblico che ti prende a pesci in faccia o il ficus che decidere di perdere tutte le foglie.
Perché sei così, perché la vita è così.
Ma oggi è il giorno del cordoglio, della riflessione, delle lacrime che spuntano improvvise.
 
Domani sarà tutto diverso. Domani…

 



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