Devo essere sincera: non ho seguito con trepidazione e gioia la decadenza di Berlusconi.
No, non sono impazzita, è che eliminare siffatto personaggio dopo vent’anni e più di malapolitica e malcostume italico non mi sembra un gran risultato, ma piuttosto una vittoria di Pirro.
Non solo, ma la gente in piazza, i vecchini che aspettano appoggiati alle bandiere di Forza Italia mangiando un panino con la porchetta, i giornali prezzolati che annunciano il golpe e il povero Brunetta che sbava genera in me un moto d’odio nei confronti del genere umano.
Più conosco le persone, più amo i gatti.
Ma stamattina, facendo colazione, non ho potuto davvero evitare di sentire il discorso alla piazza del povero Silvio, martire in nome
della democrazia, vituperato e perseguitato come nemmeno Wile Coyote.
Del discorso non ho sentito nulla se non il solito blablabla politico irritante e supponente, ma una cosa mi ha colpito: Berlusconi parla di sé in prima persona plurale.
Noi siamo stati accusati.
Noi siamo innocenti.
Noi siamo stati ingiustamente accusati.
Noi non ci arrenderemo.
"Amò, hai sentito? Parla come Papa Alessandro VI de I Borgia." mi ha fatto notare l'Amoremio.
"Già. E ti stupisce?"
No, in effetti no.
Se non avete visto la serie tv e non siete appassionati di storia, il nome di Alessandro VI vi dirà poco, ma vi faccio un breve riassunto. Alessandro VI, alias Rodrigo Borgia, era un uomo dissoluto e un libertino impenitente e come tale si comportò per tutta la vita, sia da laico che da papa. Dopo un iniziale ravvedimento, peggiorò ancora di più, senza minimamente preoccuparsi di celare agli altri questa sua scandalosa condotta di vita.
Simoniaco e incline al nepotismo, uomo venale e mondano, era lo specchio del papato corrotto e deviato del suo tempo.
Vi ricorda qualcuno?
Le differenze tra i due personaggi, seppur sottili, ci sono eccome e non sono certo a favore di Silvio.
E non solo perché Alessandro VI almeno è morto a 69 anni in maniera misteriosa (che pure all'epoca non erano affatto pochi).
Volete degli esempi?
La sua amante ufficiale era la giovanissima Giulia Farnese, sicuramente minorenne (ma all'epoca erano meno fiscali, si sa che noi moderni siamo troppo sottili) verso la quale era animato da una passione incontenibile ed ossessiva, tanto da non mascherarla nemmeno nei confronti dell'opinione pubblica. E non era nemmeno la nipote di Mubarak. Giulia la bella, come veniva appellata al tempo, era considerata la più affascinante donna del suo tempo ed ha ispirato artisti e pittori. Parliamo di Francesca Pascale?
Alessandro VI è stato corresponsabile della morte sul rogo di frate Girolamo Savonarola, un uomo che pure riteneva santo e che stimava moralmente. Si pentì del suo gesto, ma ormai, letteralmente, il rogo era fatto. Berlusconi al massimo cerca di mettere al rogo Matteo Renzi.
E ancora, uno dei figli illegittimi di Alessandro VI è nientemeno che il famoso Cesare Borgia, detto Il Valentino. figura mitica dell'epoca che ha ispirato Niccolò Macchiavelli per il suo Il Principe. Un uomo che non ha bisogno di grosse presentazioni e che secondo alcuni rappresenta in pieno l'uomo rinascimentale. Scaltro, privo di scrupoli e di morale, dotato di una mente brillante ed acuta, rimane una vera icona del suo tempo. E Silvio? Silvio al massimo c'ha Marina, ma i troppi interventi estetici ne hanno compromesso sia la mobilità facciale che la credibilità. Fossi in lui ripiegherei sul cane Dudù.
E Lucrezia? No, dico, Lucrezia Borgia non ce la vogliamo mettere? Al massimo Silvio può rispondere con Piersilvio, la cui apparizione al Drive In in età puberale ha segnato l'apice della popolarità e dello charme, e dotato di una compagna carismatica quanto lui.
Come evidenziato, noi italiani non cambiamo MAI.
Ci evolviamo, certo, ma più spesso involviamo.
Oppure è il tempo che dà lustro e gloria ai personaggi passati e che nelle loro epoche non erano poi
questo granché.
Chissà il povero Silvio come sarà ricordato dallo Wikipedia del futuro.
Ai posteri l'ardua sentenza.