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Paramount fa rivivere Sansone e Dalila in alta definizione

Creato il 22 settembre 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

“Dai più remoti albori del mondo, sin da quando il primo uomo scoprì la propria anima egli lottò contro le forze che cercavano di ridurlo in schiavitù, vide la formidabile potenza della natura in agguato contro di lui, vide la luce sinistra del lampo, udì la voce terrificante del tuono, l’urlo del vento della notte e la sua mente fu incatenata al ceppo del terrore; la superstizione, alimentata dalla paura, accecò la sua ragione e i falsi idoli demoniaci si impossessarono di lui, così la dignità umana finiva sugli altari della idolatria, la tirannide si levava a schiacciare lo spirito sotto il tallone della violenza, ma nel profondo del cuore dell’uomo bruciava ancora l’inestinguibile desiderio di libertà e, ogni volta che questa divina scintilla si accende nel cuore di un mortale, le sue azioni cambiano il corso degli eventi e il suo nome sopravvive nei secoli, sia esso sacerdote o soldato, artista o patriota, scienziato o reggitore di popoli”.

Con queste parole, la voce narrante introduce Sansone e Dalila (1949) di Cecil B. DeMille,

Sansone_e_Dalila
kolossal biblico che portò la bellezza di undici milioni di dollari al botteghino, diventando il record d’incassi del 1950.

Kolossal biblico che, in versione restaurata, rivive nella splendida qualità dell’alta definizione grazie a Paramount, la quale lo include nel suo già ricco catalogo blu-ray permettendo agli spettatori odierni di tornare nel villaggio di Saran, nella terra dei Daniti, dove, mille anni prima della nascita di Cristo, viveva Sansone, un uomo in cui la natura aveva fuso grandezza e miseria, potenza e follia.

Uomo nel cui cuore domina la libertà per la sua gente, tenuta da quarant’anni in servitù dai filistei, e che, con le fattezze del mitico Victor Mature, sposa proprio una filistea: Semadar, incarnata dalla Angela Lansbury oggi conosciuta soprattutto per il serial tv La signora in giallo, la quale, però, viene uccisa quando scoppia un tumulto durante le nozze.

Quindi, tra scontri corpo a corpo (anche con un leone!) e il memorabile momento in cui il protagonista si difende da un intero esercito di filistei usando soltanto una mascella d’asino a mo’ di arma, si prosegue con Sansone che, rifiutata come moglie Dalila alias Hedy Lamarr, sorella della defunta, finisce per subire da lei una feroce ritorsione, in quanto gli taglia i capelli, dai quali proviene la sua forza, per poi farlo accecare ed incarcerare.

Fino alla altamente spettacolare situazione finale di un delirante mix di avventura e storia sentimentale che, tutt’altro che datato, individua, inoltre, due dei suoi maggiori punti di forza nelle imponenti scenografie e negli splendidi costumi, entrambi premiati, giustamente, con il premio Oscar.

Del resto, pare che soltanto il costume della Lamarr sia stato realizzato con 1900 autentiche piume di pavone, appositamente raccolte per anni nel ranch del regista.

Anche questa è leggenda?

Francesco Lomuscio


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