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Paranormal Activity 3 – potevamo farne a meno

Creato il 27 ottobre 2011 da Soloparolesparse

Proprio niente di nuovo in Paranormal Activity 3, che Oren Peli lascia alla direzione di Henry Joost e Ariel Schulman.
La scelta di mantenere inalterata la linea narrativa (solo ed esclusivamente immagini montate dalle riprese private della famiglia) che soprendeva nel primo film ed era accettabile nel secondo, qui finisce per pagare una quota più alta e trasformare il film solo in una ripetizione (fatta peggio) dei precedenti capitoli.

Paranormal Activity 3 – potevamo farne a meno

Breve inizio che ci mostra i protagonisti delle prime duie pellicole che scovano vecchie VHS di famiglia e poi passiamo subito a guardare quanto successo nel 1988.
La madre di Kate e Kristie ed il suo nuovo compagno decidono di utilizzare voluminose telecamere (siamo nel 1988) per indagare sui rumori che sentono in casa.

Al centro della faccenda c’è la piccola Kristie, che parla un po’ troppo spesso con il suo amico immaginario Toby.
Ma sarà davvero immaginario questo amichetto?

Come tradizione non si vede quasi nulla, tutto si gioca sulle immagini riprese, lunghi silenzi, inquadrature notturne.
Ogni tanto un rumore o una porta che si muove ad interrompere la monotonia.

Poi però abbiamo le due bambine, e soprattutto il mistero della più piccola e del suo amico che dovrebbero rivitalizzare la faccenda… e ci riescono pochino.

 

Paranormal Activity 3 – potevamo farne a meno

Solo nell’ultima mezz’ora inizia a succedere qualccosa… ma di nuovo sono le stesse cose che abbiamo già visto: mobili che volano, personaggi trascinati per i piedi.
Niente di nuovo, quindi, se non la spiegazione (ma siamo ormai negli ultimi cinque minuti del film) di quanto abbiamo visto per tre lunghi film.
Spiegazione che peraltro la scelta stilistica non permette di rendere estremamente chiara… e rimane lì, solo abbozzata e come piovuta dal nulla.

Se vi capita di vedere Paranormal Activity 3 senza sapere nulla dei precedenti potreste anche fare un salto sulla poltrona ogni tanto, altrimenti non vi rimarrà che sperare nel prossimo episodio (augurandovi che la tecnica sia diversa) …o pregare che questo sia l’ultimo.

Nota di merito per la piccola Jessica Tyler Brown, che riesce ad essere inquietante come solo i bambini sanno essere… il resto si perde nell’oblio.



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