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Una domenica tra ordine e caos, come promette e mantiene Paratissima 11. Il tutto però condito da una piacevolezza ben orchestrata dagli organizzatori. Intendiamoci, niente di paragonabile con le altre fiere d'arte contemporanea di questi sovrabbondanti giorni torinesi. Qui possiamo parlare di "animazione artistica" in senso ampio. C'è di tutto per tutti. Un vero suk dell'artistico.
Il primo dato positivo da segnalare è proprio la capacità degli organizzatori di accogliere il pubblico con gentilezza, efficienza, disponibilità e cortesia. Gli spazi poi sono stati molto ben distribuiti e contribuiscono non poco alla riuscita dell'evento.
Per la prima volta quest'anno Paratissima si svolge nel salone Giovanni Agnelli del Torino Esposizioni. Un luogo che ancora oggi trovo incantevole, pur avendoci messo i piedi fin dalla più tenera età.
Come pochi altri è talmente arioso e luminoso da far dimenticare di essere al chiuso. Se poi, come oggi, fuori c'è una giornata di sole splendente, ecco che il salone emana la più intensa luminosità di cui è capace. Fu davvero geniale l'intuizione dell'ing. Nervi. Spero per questo diventi sede permanente di Paratissima invece di tornare al colpevole abbandono a cui lo condanna il comune di Torino, insieme a quell'altra perla del Palazzo del Lavoro, o anche il gioiellino dell'ex Borsa Valori. In comune investono, il meno possibile, in arte contemporanea, però lasciano alla distruzione vandalica fior di architetture moderne.
Ma torniamo a Paratissima. Per una famiglia, e ce n'erano molte con un bello sciamare di bimbi, l'occasione è davvero ottima per passare del buon tempo divertendosi, ma non in modo banale. In questo senso, mescolare pittura, scultura, installazioni, performance, artigianato di qualità, musica, danza, fotografia e, perché no, patate ripiene, gelati e buon caffè, è stata una scelta azzeccata.
A dare tono alla manifestazione sono però le presenze di gallerie, associazioni e istituti del mondo artistico. Grazie a loro si vedono opere selezionate e di qualità. Quando invece si passa ai settori dove chiunque può esporre, ecco che arriva il caos o meglio, la fiera delle vanità. Artisti si può essere o anche solo sentirsi. Vestirsi in un modo diverso dal solito, esporre, partecipare agli eventi è pur sempre uno stile di vita che attrae molto. Che poi da questo emerga anche davvero dell'arte è solo una delle probabilità e nemmeno la più frequente. Comunque facendo un po' di slalom, pezzi buoni se ne incontrano.
Tra quelli che porto via con piacere, certamente ci sono le opere fotografiche di Phillip Toledano, arrivate dal festival Cortona On The Move e tre grandi Basilico dalla sua serie su Beirut. Giusto per citare solo un paio di esempi.
Non penso comunque che Paratissima abbia qualcosa a che fare con Artissima, se mai l'ha avuto. Per questo motivo potrebbe anche essere fatta in un periodo dell'anno meno denso di appuntamenti e magari protrarsi anche di più nel tempo. Il suo pubblico, molto torinese, penso che lo abbia già e che lo possa anche aumentare senza problemi.