La situazione del parcheggio della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” è completamente fuori controllo.Parlo del parcheggio dell’Università, non di quello del Policlinico, dove impazza ormai il parcheggio tipo Tetris, dove dettano legge i parcheggiatori abusivi (e le forze dell’ordine non possono intervenire in quanto proprietà privata), dove il furto delle auto o dei pezzi di Smart ormai è quotidiano e normale, dove il parcheggio abusivo quotidianamente blocca le ambulanze e ritarda gli interventi di emergenza.No, parlo dell’Università.Sia chiaro, sparisce una macchina al giorno anche qui, e ci sono anche dei gruppi di denuncia (ma più precisamente di supporto e consolazione) su Facebook, dove giovani studenti che già affrontano le improbe condizioni economiche del soggiorno romani piangono la perdita del mezzo di locomozione che consente loro di sopperire alle deficienze dei trasporti.Ecco, inizio parlando dei trasporti. La Facoltà di Medicina e Chirurgia è servita dal bus 500, ormai solo quello, visto che gli altri bus sono stati spostati dati i disagi. Quali disagi? La fermata del bus è sede ambitissima di parcheggio abusivo di tutti i tipi, che non risparmia le aree di sosta e svolta del bus, che spesso non riesce a manovrare e si blocca, con effetto a cascata su tutto il parcheggio. Non sono solo studenti pigri ad abusarne, ma anche runner e passeggiatori della domenica, che chiaramente devono risparmiare energie preziose da riservare alla salutare passeggiata, e non possono permettersi di camminare qualche decina di metri in più per parcheggiare regolarmente.Il parcheggio della facoltà è enorme. Seriamente, enorme. Così grande che molti utenti dell’ospedale hanno imparato quanto è più semplice lasciare la propria vettura nel parcheggio riservato agli studenti. Comunque, come si vede dalle foto, le aree più “periferiche” del parcheggio sono vuote, il posto c’è SEMPRE, anche nelle ore di maggiore affollamento. Questo non impedisce il parcheggio selvaggio, finalizzato a non camminare quei dieci metri in più che rovinerebbero le fragili articolazioni femoro-tibiali dei cagionevoli studenti della Facoltà. Qui c’è un nutrito campionario di sosta irregolare, con delle tipologie particolari ed ingegnose che voglio illustrare nel dettaglio:
- Il parcheggio “in mezzo”, ovvero al centro del parcheggio nelle aree che prevedono due file laterali di parcheggio “a spina di pesce”. Questo parcheggio consente di parcheggiare con prossimità maggiore alla Facoltà anche quando il parcheggio sarebbe pieno, e presenta il vantaggio aggiuntivo di non rimanere bloccati nei posti parcheggio “a spina di pesce” dalle auto, appunto, parcheggiate “in mezzo”.
- Il parcheggio “in curva”, con gli stessi vantaggi di cui sopra. Certo, questo tipo di parcheggio riduce la viabilità del parcheggio a “budelli” che nemmeno i centri città alto-medievali. Certo, le vetture di dimensioni maggiori, i mezzi di rimozione, manutenzione, o i mezzi di soccorso e dei vigili del fuoco non riuscirebbero a passare, ma vuoi mettere dover arrivare in orario o fare qualche metro in più a piedi?
- Il parcheggio “in divieto di sosta” e sugli incroci. Le strade sono larghe, perché tutti questi divieti? Ah, perché non si riesce a vedere altre vetture e si rischia di tamponare? Ma magari mi tamponassero, c’è l’ospedale e l’amico che studia giurisprudenza, chiedo i danni e sai quanti soldi ci faccio?
- Il parcheggio “sul verde”, per gli amanti della vita all’aria aperta e per i possessori dei SUV, che possono fare sfoggio di tutto il loro potere sociale. Pazienza se l’erbetta si rovina e quando piove tutti diventa fango e finisce sulla strada, è l’occasione per un po’ di rally.
- Il parcheggio “solidale”, sulle strisce o sulle rampe per disabili. Questo è riservato ai furbi, alla faccia di tutti quei fessi che hanno lasciato liberi questi posti gustosi.
- Il parcheggio “funzionale”. Perché ben tre varchi di accesso al parcheggio? Tanto le barre di accesso sono state divelte il giorno stesso in cui erano entrate in funzione. Allora bastano due accessi, nell’altro si ricavano almeno tre parcheggi proprio di fronte la facoltà. Utilizzo intelligente degli spazi, no ?
- Il parcheggio “esibizionista”. La rotatoria di svolta posizionata di fronte l’ingresso del parcheggio è stata riempita di paracarri per evitare il parcheggio abusivo che imperava, in un posto al sole proprio di fronte la facoltà. Questo non ha prodotto nulla, se non ridurre ulteriormente lo spazio di manovra. Quando un furgone, o un camion (che devono portare materiali di ricerca nei dipartimenti) non riesce a transitare, si blocca tutto. TUTTO. In attesa che l’esibizionista di turno si esibisca nella rimozione della sua vettura tra applausi di giubilo e lanci di fiori dagli spalti.
- Il parcheggio “sostenibile”, ovvero quello che puoi attuare se hai un veicolo a due ruote. Sostenibile nel senso che puoi parcheggiare esattamente dentro la facoltà, proprio sotto la scala dello spiazzo antistante la facoltà. Cerco, se la scala non ci fosse il motorino potrebbe essere portato direttamente in aula… queste barriere architettoniche !!
Discorso a parte merita l’accesso secondario del Policlinico. Questo spiazzo, un tempo accesso primario del Pronto Soccorso, è ormai un accesso secondario che dovrebbe essere riservato ai mezzi della camera mortuaria, agli emodializzati, agli utenti dell’Istituto Mediterraneo di Ematologia e del Day Hospital di Ematologia, alle ambulanze per i trasferimenti con ambulanze dei pazienti, nonché ad alcuni operatori del Policlinico con posti riservati. Dovrebbe, perché questo parcheggio è diventato meta di assalto di utenti del Policlinico in cerca di un parcheggio vicino e “furbo”, alla faccia dei fessi che parcheggiano regolarmente. E qui si crea di tutto, dall’occupazione abusiva dei posti riservati agli utenti in emodialisi, a quelli riservati ai disabili, a quelli riservati ai motocicli. Basta? No, si occupano anche gli stalli delle ambulanze e gli ingressi dei box delle vetture di manutenzione e soccorso. Il posto riservato alle auto mortuarie però è sempre lasciato libero, verosimilmente perché porterebbe sfiga parcheggiare li.