Non sono una mamma da parco giochi, decisamente. Ma le bimbe devono giocare e stancarsi. Come si fa? Si costruisce un parco giochi casalingo!
Avete presente i tranquilli pomeriggi al parco trascorsi con i vostri figli? Ecco, io no. Non sono una mamma da parco, non lo sono mai stata e credo che non imparerò mai ad esserlo. Non riesco a tollerare lunghe conversazioni sull’educazione dei figli (puntualmente portati avanti da mamme che si sentono guru in materia), non riesco a sopportare le lamentele di mia figlia perché l’altalena è sempre occupata, non riesco, soprattutto, a stare in silenzio davanti a quelle mamme che aiutano figli ormai abbastanza grandi a salire ogni scalino dello scivolo o che li rimproverano perché no, lì ti fai male, no lì ti sporchi e tu, mamma sciagurata (ovviamente rivolto a me) te ne stai tranquilla sulla panchina col cellulare mentre le tue figlie scendono in coppia dallo scivolo e si riempiono le tasche di sassolini? No, non posso farcela. E forse è per questo che ho sempre sognato di avere una casa con un grande giardino: per poter guardare le mie figlie che si divertono e mi lasciano lavorare senza dover per forza impersonare la mamma perfetta che non sono.
Finalmente il mio sogno si avvera: casa nuova, vita nuova, ma soprattutto giardino e tanto spazio esterno per andare in bici. In fondo, se ci pensiamo, non c’è bisogno di andare lontano per soddisfare il bisogno di movimento di un bambino (o di tre, nel mio caso) anche durante le lunghe giornate estive in cui la scuola non ci aiuta: la casa può trasformarsi in un ottimo alleato, soprattutto se come me lavorate proprio da casa. Bastano un’altalena, uno scivolo, una bici e poco altro e io posso sistemare il Mac sul tavolinetto in ferro battuto e far correre via le parole sulla tastiera mentre le bimbe si divertono e si stancano e io sorseggio caffè amaro… Sperando ovviamente che si stanchino abbastanza da crollare subito dopo il bagnetto e lasciarmi un pò di tempo da trascorrere la sera con il papà! Proprio il tema sicurezza mi porta a consigliare vivamente Poolgarden, brand leader nel settore giochi da giardino (ma anche in quello piscina, per chi ha la fortuna di possederne una). Sì, perchè un conto è rilassarsi mentre i bimbi giocano in sicurezza, un conto è dover controllare ogni tre secondi che lo scivolo e l’altalena non si ribaltino (e capita, ve lo assicuro) e questo marchio si prende cura della sicurezza del vostrobambino in ogni momento (già nel 1991 ha ottenuto la certificazione del SISTEMA DI QUALITA’ ISO 9002).
Detto ciò, ecco il mio pomeriggio tipo: io che scrivo, scelgo outfit e scelgo foto da postare mentre Eva Maria ed Elena sofia si divertono sullo scivolo, mentre Giulia corre veloce sulla sua bicicletta di Frozen, cadendo ogni trenta secondi (ma le protezioni a che servono?). Io mi affaccio al finestrone del giardino con la tazza fumante in mano e una morbidissima tuta in misto cashmere beige e sorrido, per poi tornare al mio pc e alle mail di lavoro. La casa? Perfetta, come sempre. Mio marito rientra la sera prima di cena e si mette ai fornelli mentre io mi rilasso sul divano, ultimo giro di bici, ultima scivolata, bagnetto, cena e tutte a nanna.
Tutto perfetto e con la casa perennemente in ordine. D’altronde siamo in un sogno e il mio giardino non è solo quella massa di zolle erbose con una casa in costruzione sopra: il trasloco è già fatto e siamo tutti rilassati e felici. Senza dover andare al parco giochi e sentirsi dire dalla mamma di turno che deve iscrivere il figlio a scuola ma non sa quale sia la migliore e le sta visitando tutte.
Scusatemi, non volevo perdermi come al solito nelle parole ma ecco, la mia inadeguatezza nel ruolo di mamma perfetta si vede (anche) dal parco giochi e forse anche dal fatto che mi ostino ad andarci in tacchi a spillo ed affondare nel terreno; voglio poter far giocare le mie bimbe in sicurezza senza dover uscire da casa, voglio non dover interrompere il mio lavoro ogni cinque minuti, voglio lasciare che loro si divertano senza arrivare a sera con l’ansia perchè non ho potuto lavorare. E so che se voglio, posso. Intanto mi compro lo scivolo (la bici ce l’abbiamo già) e poi vi saprò ridire!