Magazine Creazioni
Come promesso con il precedente post, dove parlavo della Pardo Jewellery, affronto oggi l'argomento Pardo Art Clay, pasta professionale della Viva Decor con cera d'api.
Personalmente l'ho trovata molto simile alla Fimo come consistenza e come metodo di lavorazione. Il translucent è davvero trasparente, anche se devo dire che il nuovo translucent Fimo è praticamente allo stesso livello.
La trovo troppo morbida per fare cane millefiori, i colori non rimangono separati come succede con paste tipo Kato o Premo, e quando si restringe la cane i particolari si perdono. Si vede nelle perle della foto che sono state fatte con la cane "fiore piumato" protagonista dell'ultimo video tutorial.
La cosa positiva è che è molto semplice da condizionare perchè si tratta di una pasta tendenzialmente morbida.
Cosa per me negativa, oltre al fatto di essere troppo morbida, è la difficoltà nell'essere lavorata con altri materiali. Anche per verniciarla va sgrassata con un prodotto apposito e quindi non ho osato inserire glitter o altri materiali che spesso io inserisco per arricchire le altre paste e ottenere effetti particolari. Oltrettutto a me personalmente risulta praticamente impossibile far sparire del tutto le giunture.
Ho trovato alcuni colori (come il rosso) con una consistenza appicicaticcia simile al Cernit anche se non macchia come quest'ultima, decisamente meglio non osare con la tecnica millefiori.
Dopo la cottura risulta abbastanza resistente (sicuramente non come la Kato che rimane quella più coriacea) i colori non cambiano, come accade con le altre paste. L'aspetto, appena uscita dal forno, è un cross over tra la Fimo e il Cernit, ma è reattiva alla lucidatura più di tutte le altre paste (questo secondo me è il punto di forza delle paste della Viva Decor); dopo una passata di dremel la superficie assume realmente un aspetto molto liscio e riflettente: i disegni acquistano profondità quasi come se fossero verniciati con finitura lucida.
Altro punto di forza di questa pasta è l'assenza di odore anche durante la cottura, al contrario delle altre paste che, soprattutto quando sono in forno, sprigionano effluvi poco rassicuranti. Ho sentito persone dire che la Kato è profumata, ma io trovo che abbia un odore orribile e, soprattutto molto persistente anche mesi dopo la cottura (cosa che per fortuna non avviene con altre paste).
Insomma, tutto sommato stiamo parlando di un buon prodotto, ma per raggiungere standard qualitativi di altre paste c'è, secondo un mio parere, parecchia strada da fare, sicuramente questa pasta ha delle particolarità che la differenziano dalle altre e il fatto che sia a base di cera è davvero un punto di forza. Considerando che è ancora giovane (è l'ultima nata credo), penso che se si risolvesse il problema durezza, diventerebbe un prodotto eccezionale per le sue unicità e la stabilità dei pigmenti.
Presto parleremo delle varie paste che utilizzo e analizzeremo approfonditamente le loro potenzialità e gli eventuali limiti
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