…si dice (ma soprattutto si diceva qualche anno fa) di una ragazza non particolarmente carina. In effetti la cozza non ha dalla sua l’estetica, ma ben altro, come la capacità di attaccarsi al proprio obiettivo (“mi s’è appiccicata come una cozza…”). Ma siccome questo non é nè un blog di cucina molecolare, nè di detti giovanilistici, perchè ci interessano le cozze?!
E’ uscito qualche mese fa un articolo su PNAS, ripreso recentemente da The Scientist, che spiega come un team di ricercatori (chimici, fisici, ingegneri, biologi e medici) abbia utilizzato “la strategia della cozza” per progettare un gel che possa attaccarsi efficacemente all’interno di un vaso sanguigno. Far arrivare un farmaco all’interno di un vaso sanguigno e dargli il tempo di entrare in azione prima che il flusso di sangue lo travolga non deve essere infatti impresa semplice, e soprattutto non è un lavoro che nè un medico, nè un biologo, nè un chimico, nè un fisico possano facilmente realizzare senza interagire. Difatti occorre avere le competenze sulla medicina della patologia, sulla biologia dell’ambiente su cui si va ad agire, sugli equilibri chimici pre-esistenti, e sulle leggi fisiche che governano la dinamica del sistema. Eppure nemmeno tutte queste competenze messe assieme bastavano per ideare quel che era necessario per far aderire il farmaco così bene e così agilmente al vaso sanguigno senza farsi poi travolgere dal flusso sanguigno. E quel che mancava era semplicemente uno sguardo attento e curioso alla natura. C’è qualcosa in natura che riesce a rimanere attaccato agilmente alla propria base nonostante le mareggiate del destino? Ebbene sì, sono state prese a modello proprio le secrezioni prodotte dalle cozze per rimanere attaccate al proprio scoglio, per progettare un idrogel che potesse essere la base, stabile e allo stesso tempo malleabile, per curare delle patologie direttamente dall’interno del vaso sanguigno. Una importante applicazione di questo idrogel è riportata in questa bella figura, dove si mostra come “riparare” le placche aterosclerotiche.
La storia della cozza e del vaso sanguigno vi fa tornare alla mente la parola biomimetica, oppure non ne avete mai sentito parlare? In entrambi i casi, vi consiglio di visitare il blog del Prof. Santulli e di lasciarvi ispirare sempre, sia che siate poeti o scienziati, dalla natura che avete attorno!